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sulla riduzione in peso dell'asse romano 15

concetto, che l’uomo dei tempi trapassati fosse impastato diversamente o fosse più cretino dell’uomo d’oggidì, onde le cose anche più strampalate e quelle che più ripugnano alla nostra ragione e al nostro buon senso, le favole stesse, sono talora ammesse e insegnate come fatti storici, a cominciare dalla origine di Roma, la quale anche oggi si fa scaturire da un cestino con entro Romolo e Remo allattati da una lupa.

Pur troppo sarà vero che i primi lupi, ossia i primi civilizzatori stranieri, abbiano preso ad accarezzare e ad allevare gli ingenui aborigeni, nostri primissimi avi, col latte e con l’orpello della loro civiltà, da cui forse la figura della lupa che allatta i gemelli, e quella della troia, probabilmente troiana, che allatta i suoi porcellini; ma se le tradizioni volgari e i monumenti non dovessero essere dallo scienziato spogliati del velo della allegoria, si dovrebbe concludere parimente, ad esempio, che alcuni imperatori Romani, i quali si veggono riprodotti col mondo sopra una mano, avessero realmente sostenuto il peso del globo terracqueo. Ognuno sa che la scultura, la pittura, le monete ancora sono le pagine più certe della storia, ma è pur vero che intese grossolanamente hanno originato la favola, guastando il carattere dei tempi e tutte le istituzioni primitive. Così dal vedere che l’asse romano librale fu diminuito di peso conservando le medesime impronte e i medesimi segni del valore, si è creduto al miracolo della moltiplicazione della moneta, come avrebbe fatto il Redentore con cinque pani e cinque pesci alla turba di Betsaida.

Io ritengo che l’uomo fisico e psichico, specialmente all’epoca della Repubblica Romana, fosse quello che è oggi; e a dimostrare l’enormità della ragione addotta da Plinio e da tutti accettata sulla riduzione