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76 arturo g. sambon


Nell’Archivio di Milano, trovai un documento, dal quale risulta che Francesco Sforza, duca di Milano, fu il primo a porre sulla moneta il suo ritratto1, al principio dell’anno 14632. Il Duca, scrivendo il 28 marzo di quell’anno al suo ambasciatore Antonio da Trezzo, dice " de questi denari che mandiamo là per la prestanza de quelle nostre gentedarmi, per Facio Gallerano, nostro famiglio gli serano mille ducati di la nostra ceccha, cioè dela stampa facta novamente, quali anno scolpita la effige nostra et perchè qui se spendano al precio deli ducati venetiani volimo che tu proveda con la M.ta del Re che se spendano per venetiani et per quello precio se spendano et coreno li venetiani „.

E Ferdinando d’Aragona non fu tardo a seguire l’esempio del previdente suo alleato e commise, nel marzo o nell’aprile del 1465, il conio di ducati d’oro, col suo ritratto.

Troviamo nelle Cedole di Tesoreria, dell’anno 1465, che nell’aprile il Tesoriere, ricevette ducati 31, un tarì e 12 grana per valore di 796 ferrandini, moneta d’oro, che il re nuovamente ha ordinata, e fa battere nella Zecca. E del peso, della lega e del valore del ducato Veneziano, I Ferrandini valgono 5 tarì e 77 grana il pezzo.

Non sono rari gli esemplari del Ferrandino coniato

  1. Giova avvertire che la monetina di Giovanni Galeazzo di Milano riportata dai Sigg. Gnecchi e dal Müntz (Les Precurseurs de la Renaissance) non fu coniata nel XV secolo. I chiarissimi Sigg. Gnecchi, da me interpellati in proposito, mi dissero che erano persuasi della falsità di quella moneta e che si proponevano di dimostrarla lavoro di epoca posteriore e probabilmente del XVII secolo, negli appunti di una prossima appendice alla loro importante opera sulle monete milanesi. Vedi in questo stesso fascicolo: Monete di Milano inedite, pag. 63.
  2. Corrisp. colle potenze estere. Napoli, 1463. (Archivio di Stato di Milano).