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320 ettore gabrici

gli assi, così potranno risponderci egualmente per le frazioni dell’asse. Il punto di partenza sia la serie monetale di Nerone, come quella che è la più perfetta nel primo secolo dell’impero. In essa trovo una lunga serie di frazioni dell’asse che io così dispongo in ordine di peso, di metallo e di modulo:

I piccoli bronzi di oricalco, pesanti gr. 4,47; 4,15; 3.93; 3.91; 3.55; ... 3.17. ecc.

II      „          „               „            pesanti gr. 2,58, 2,12, ecc.

III     „          „      di rame puro pesanti gr. 6,13; 6,08; 5,47; 4,86, ecc.

IV     „          „               „               pesanti gr. 3,22; 3,06; 3,00; 2,70, ecc.

Queste quattro categorie di frazioni si possono suddividere in due: la prima e seconda comprendono monetine di oricalco, la terza e quarta monetine di rame puro.

La differenza di metallo è una qualità da non trascurarsi, specialmente quando essa ci ha menato sulla via di riconoscere gli assi di oricalco. Io dico che non può essere casuale la concordanza costante del tipo e del metallo in certe monete.

Le prime due serie di frazioni, che sono in oricalco, le metto in rapporto con l’asse di oricalco, pesante gr. 7,00, col dupondio, e col sesterzio; le due ultime le metto in rapporto con la moneta di rame puro, cioè con l’asse pesante gr. 12. Per conseguenza le monetine di gr. 4,47; 4,15; 3,93; 3,91... del numero I (Tav. V, n. 4 e 5) e quelle di gr. 2,58; 2,11, ecc., del numero II (Tav. V, n. 8 e 9) rappresentano altrettante metà e quarte parti dell’asse di gr. 7,00, talvolta un poco eccedenti, tal’altra un po’ scarse, e chiameremo semis le prime, quadranti le seconde. I segni del valore impressi su talune di esse, vengono a confermare mirabilmente