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448 | francesco di palma |
scritti in questa monografia, si scorge di leggieri che le epigrafi comprendono o solo l’emme gotica (CIↃ), o l’emme gotica e l’emme latina (M).
Ma mentre quest’ultima appartiene all’alfabeto medioevale in uso dal secolo XII al XIV, la prima è comune dal XIV al XV; dunque i nummi in cui appare l’emme gotica devono sottostare all’ultimo termine paleografico riconosciuto esatto; e i denari di Campobasso rimangono chiusi in detto periodo.
Dovrei ora, senz’altro, notare i signori che li coniarono, ma prima di ciò è utile stabilire la serie dei feudatari campobassani.
L’elenco per le concessioni del feudo di Campobasso, fatte dai diversi sovrani, secondo i diplomi esistenti nel grande archivio di Napoli1, menziona che dal 1085 al 1250 questo feudo passò a Clemenza, figlia di Ruggiero il Normanno e moglie di Ugone I di Molise, a Clarizia di Molise, a Riccardo di Mandra ed altri che non è il caso di ricordare. Poi rimase devoluto alla corona sino al 1326, nel quale anno fu concesso a Riccardo Monforte, ed, in seguito, a Carlo, a Nicola I e ad Angelo II, tutti della famiglia Monforte. Nicola II Monforte l’ebbe e lo perdette nel 1495. — Indi vengono i Di Capua sino al 1600. — Degli altri è inutile occuparsi.
Nell’elenco dei feudatari ch’ebbero l’investitura della città di Campobasso figurano tutti i precedenti.
La dissertazione storico-critica della casa Monforte rammenta che:
Giovanni di Monforte, venuto di Francia nel regno di Napoli, verso il 1312, e, sposatavi Sibilla di Riccardo Gambatesa e di Tommasella di Molise, ebbe
- ↑ Albini P. Ristampa de’ Cappuccini in Campobasso. (Scritto del Ziccardi M.).