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22 vincenzo capobianchi

Per dare una completa esposizione dello stato monetario di quel periodo conveniva senza dubbio generalizzare le ricerche, giacchè Pavia era la prima officina d’Italia, ed il suo denaro correva accreditato dovunque. A persuaderci di questa verità basti il fatto ignoto all’illustre scrittore della numismatica pavese, che, mentre in Roma nell’anno 1164 un denaro pavese valeva due denari lucchesi1, nello stesso anno in Genova, come ci fa conoscere una tariffa di monete colà pubblicata, libre quattro e soldi sei (soldi 86 di conto) di denari pavesi eguagliavano invece soldi 48 di denari lucchesi2, ciò che era pressochè l’opposto.

Questa differenza di valore del denaro pavese, secondo le regioni ove correva, era inesplicabile e la spiegazione di questo fatto doveva cercarsi coordinando e ristudiando le fasi della moneta pavese, ciò che mi sono provato di fare.

L’annalista genovese Caffaro sotto l’anno 1102 riferisce: " Primo anno istius consolatus moneta denariorum papiensium veterum finem habuit et alia incepta nove monete brunitorum fuit„ ed all’anno 1115: " In secundo anno predicti consolatus denarii bruni prioris monete mense octobris finem habuerunt, et alia moneta minorum brunitorum incepta fuit „ ed infine al 11 39: " In isto consolatu bruniti finem habuerunt et in isto consulatu moneta data fuit Januensi urbi a Cunrado Theutonico Rege3. Il Promis, il Desimoni ed il Brambilla furono concordi nel ritenere,

  1. Pergamena originale dell’Archivio del Mon. dei SS. Cosma e Damiano di Roma, n. 141, anno 1164, 16 di ottobre. Locazione di una casa posta sul Gianicolo; per annua pensione "unum denarium papiensem uel duos lucenses „. Nel R. Arch. di Stato di Roma.
  2. Hist. Patriae Monum. Chart. Tom. I, col. 839, dxxix. Ragguaglio dei debiti di Barisone d’Arborea, contratti per la sua incoronazione a re di Sardegna.
  3. Monum. Germ. Hist. Script., Tom. XVIII, pag. 14, 15 e 19.