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contributi alla storia del ripostiglio consolare, ecc. 181

posseduti, e ne proposi la compera al sig. Direttore1, avendo poi cura di notare la rappresentanza e la citazione corrispondente ad ognuna anche delle altre monete, tanto nel Catalogo del Fabretti quanto in quello del Babelon2.

Le monete esaminate salgono a 159. M’accorsi tosto da un esame preliminare che il ripostiglio doveva essere stato di speciale importanza, se ben 59 famiglie vi erano rappresentate in sole 159 monete, ed eranvi alcune importanti e tutte di buona conservazione. Ma questa importanza si rileva ancor più, pensando quanto grande dovesse essere il numero completo di tutto il ripostiglio, se pesava originariamente ben 10 chilogrammi.

Cercai di sapere dal proprietario Landorno come avvenne il ritrovamento e la dispersione del tesoretto, e quali speranze vi fossero di ricomporlo, almeno in gran parte. Le notizie che potei raccogliere dalla viva voce del Landorno e dalla convenzione scritta già fin dal settembre 1885 fra i membri della famiglia e i parenti più prossimi dei Landorno, circa la suddivisione di tal genere di sostanza, sono le seguenti:

La primavera del 1884 Giuseppe Landorno, mentre attendeva a lavori di escavazione in un appezzamento di comune proprietà coi fratelli, rinveniva un vaso ripieno di antiche monete d’argento, della Repubblica, dei vari consolati o legionarie, che furono in parte vendute in varie località — e di queste non v’è più modo di rinvenire le traccie sicure3 — in parte disperse fra i parenti, in modo che la parte maggiore rimanente del tesoretto intero risaliva a Kg. 5.8, sequestrati dai carabinieri in Andorno nel 1885, e, prima della detta convenzione, ancòra nelle loro mani.

Fatta poi la convenzione4, e diviso in parti eguali ciò

  1. Vedi l’elenco dei denari d’argento comperati a pag. 193.
  2. Vedi pag. 186 e segg.
  3. So da gentile comunicazione del chiar. cav. Ercole Gnecchi che un buon numero dei denari consolari d’argento di Palazzo Canavese giunsero anche sul mercato numismatico di Milano, e che il fratello, chiar. cav. Francesco, ne acquistò parecchi, che ora non potrebbe più identificare, fra cui una Julia, che fu aggiunta nell’elenco a p. 194, n. 2934. Tra i nummi in vendita si notava una Cornuficia, rarissima, il cui tipo in argento rappresenterebbe un valore di catalogo dai 400 ai 500 franchi.
  4. Porta la data del 17 settembre 1885.