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una ne abbiamo nella Collezione lapidaria del Museo, da Forno di Rivara (catalogo n. 3397). S. Martino Canavese ci diede un vaso d’argilla giallognola, citato e illustrato dal compianto avv. Vittorio Del Corno1.

Tutta la zona d’Ivrea e delle sue torbiere, giù fin oltre Piverone e il Lago di Viverone, è conosciuta fin dal tempo preromano, e splendidamente rappresentata al Museo di Antichità in Torino dalla Collezione Gastaldi2, che prima trovavasi al Museo Civico3. Palazzo Canavese, che è fra Piverone ed Ivrea, trovasi sulla via romana che da Lomello (Laumellum) per Vercelli (Vercellae) conduceva ad Ivrea, passando appunto per Dorzano e Piverone; è quindi verosimile che, se finora esso non ha dato molto agli studi archeologici, ne possa dare in sèguito, per scavi fortuiti o sistematici che siano condotti lungo la strada romana.

Torino, Maggio 1897.
(R. Museo d’Antichità).

Serafino Ricci.               




  1. Vedi Atti della Società di Arch. e B. A. in Torino, II, p. 120, tav. V, n. 9.
  2. Vedi Gastaldi B., Nuovi cenni sugli oggetti di alta antichità trovati nelle torbiere e nelle marniere dell’Italia. Torino, Marzorati, 1862; Iconografia di alcuni oggetti di remota antichità rinvenuti in Italia, in Memorie dell’Accademia delle Scienze di Torino, serie II, tomo XXVI (1871). Cfr. dott. De Agostini; Le torbiere dell’anfiteatro morenico d’Ivrea in Rivista geografica italiana II (1895), sc. V, pag. 287.
  3. Sul trasporto della Collezione Gastaldi dal Museo Civico al R. Museo d’Antichità, vedi in questa Rivista di Numismatica, IX (1896), pag. 245, n. 5.