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il museo bottacin 213

di Tommaso II, conte di Savoia, battuto nella zecca di Thierrens presso Modone. La seconda è un denaro che al nome di Aimone, tracciato negli angoli d’una croce, ed al titolo di duca del Ciablese, unisce sul secondo suo lato il tempietto, simbolo della religione cristiana, attorniato dalla corrispondente inscrizione: xpi(sti)ana religio. Tale pezzo che al certo fu battuto al di là delle Alpi, volle il marchese di Pina emesso da Aimone conte di Savoia (1329-1343) in san Maurizio d’Agauno nell’alto Ciablese, ma potrebbe di ciò dubitarsi, non vedendolo figurare fra le monete di questo conte proposte dal commendatore Promis. E tale dubbio si rafforza alla vista di quel tempietto di pretta forma carolingia, che consiglia a tenerlo più antico. Gli è perciò che oserei attribuirlo ad Aimone signore del Ciablese, terzogenito del conte di Savoia Tommaso I, morto intorno al 1238, se a ciò non si opponesse il titolo di duca che accompagna il nome, titolo il quale, secondo Guichenon, soltanto in quell’anno sarebbe stato accordato al conte Amedeo IV, dall’imperatore Federico II.


Genova.


Sebbene si abbiano alcune pregevoli dissertazioni sulla moneta genovese, manca tuttora una storia completa di essa, e la mancanza, sta, come per qualche altra primaria zecca d’Italia, in ragione diretta della sua importanza e della ricchezza dei suoi prodotti, al che si aggiunge in questo caso la difficoltà di concordare la serie metallica colla cronologica per ciò che riguarda le monete più antiche dei dogi perpetui. Ma evvi fondamento a sperare che presto possa essere riempiuta tale lacuna, sapendosi come da alcuni egregi eruditi di quella città si stanno diligentemente raccogliendo i materiali per tale effetto.

Questa città è sufficientemente rappresentata nel museo padovano, contando oltre ottanta monete fra le quali fermarono la mia attenzione le seguenti. Della prima epoca, dell’anno 1139 fino al 1339, il quarto di genovino d’oro ed il genovino coll’acclamazione Janua quam Deus protegat. Del tempo dei dogi perpetui e dei dominatori stranieri, un grosso