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12 g. m. columba

non può farglisi colpa — una parte di essi sia dedotta con argomenti molto contrastabili.

Le monete delle isole libiche non sono che di bronzo. Il Mayr le ha catalogate sotto 20 tipi, 12 de’ quali apparterrebbero a Melita, 2 a Gaulos, 6 a Cossura. La ragione per cui Gaulos ci si mostra così povera di tipi in confronto a Melita sta in ciò, che il Mayr si è schierato dalla parte di coloro che attribuiscono le monete colla leggenda fenicia אנן a Melita, contro l’opinione prevalente, seguita dallo Head, la quale le attribuisce a Gaulos. Ora quest’opinione dev’essere definitivamente abbandonata. La leggenda אנן si trova in monete le quali hanno un tipo identico a quelle che portano la leggenda ΜΕΛΙΤΑΙΩΝ; siamo qui nello stesso caso delle monete di Cossura, sulle quali lo stesso tipo è accompagnato ora dalla leggenda fenicia אירנם1 ora dalla leggenda romana COSSVRA. Il Mayr ha fatto anche un minuzioso confronto tra le monete con leggenda greca e le monete con leggenda fenicia, e da questo confronto gli è risultato che esiste fra di loro una tale analogia che non può essere più verosimilmente spiegata, se non ammettendo che le une e le altre siano uscite dalla stessa zecca.

Il Mayr dichiara falsa la moneta con la testa di Cerere a dritta, un cavallo sul rovescio, e la leggenda ΜΕΛΙΤΑΙΩΝ descritta dal Torremuzza dietro il Goltz, e accolta ancora come genuina dallo Head. Anche io son convinto che si tratta di una falsificazione, nella quale ha servito di modello qualche moneta di bronzo cartaginese.

Dal numero delle monete di Melita ne deve però esser tolta un’altra che il Mayr, seguendo lo Head, ha registrato nel suo elenco (n. 7), e che non



  1. È la lezione del Kopp, la quale sembra realmente preferibile alla lezione del Gesenius איכרם, accettata dallo Head.