Pagina:Rivista italiana di numismatica 1898.djvu/218

Da Wikisource.
214 francesco malaguzzi
   

Bagaroni

 

Quattrini

1749 Libre 1356 — Libre 5144,5
1750 " 1733,10 " 4523,6
1751 " 3636,2 " 10058,6
1752 " 2111,10 " 1958,11
1753 " 3500,1 " 23322,7
1754 " 1740,8 " 33299,8
1755 " 5431.10 " 5756,6


Libre 25926,8 Libre 110820,2.

Ne viene un anno per l’altro n. 2592,8 n. 11082 (sic) „1.

Poco dopo gli Assunti mandavano a Roma, perchè fosse sottoposta all’esame del Papa, una memoria per provvedere all’inconveniente lamentato: la memoria fu evidentemente compilata da qualche persona che di cose di zecca conosceva più la parte teorica che la pratica, perchè i rimedii che vi sono ricordati erano, per quei tempi, del tutto inattuabili, ammettendo l’accordo di tutte le zecche d’Italia. Evidentemente il disordine monetario proveniente dall’introduzione di moneta bassa forestiera derivava, più che dalla quantità esuberante ai bisogni della circolazione, dal fatto di non avere la maggior parte di esse monete che un valore arbitrario, che mutava quasi ad ogni contrattazione e ciò perchè da gran tempo non erano state tariffate. Il pericolo di chiusura della zecca fu anche per questa volta tolto e a rimediare all’inconveniente generale si bandirono da Roma parecchi ordini severissimi per far cessare il corso delle monete forestiere e specialmente delle lire di Genova. Una tabella pubblicata nel maggio del 1757 col ragguaglio tra le monete di Bologna e quelle di Roma e un bando 25 maggio dello stesso anno, posero infatti un po’ d’ordine anche sul mercato bolognese.


  1. Piani e discipline monetane, 1756. Proibizione delle battute, ecc.