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la roma sotterranea cristiana 49

ministrare le rendite di ciascuna basilica cimiteriale; e, anzi tutto, aver cura della luminaria alle tombe dei martiri. Il prepositato, era a vita; nè si richiedeva, in chi lo esercitava, ordine sacerdotale, trovandosi affidato sovente a’ diaconi e a cherici minori; con questo però, che i prepositi dipendevano dal presbitero titolato, e nelle maggiori basiliche, immediatamente dal Papa.

Anche il Callistiano cimitero ebbe i suoi prepositi. E com’esso nel secolo terzo fu il cimitero papale, e tenne il priorato sopra tutti i cimiteri di Roma, così la regione della detta necropoli fu la prima delle ecclesiastiche; e il suo preposto fu il primo diacono, detto quindi Arcidiacono. L’istituzione della dignità dei praepositi (che non durò oltre il secolo VII) non sembra esser più antica del quinto, secondo che direbbero le iscrizioni illustrate e commentate dal ch. Autore. Quindi l’amministrazione economica sarebbe stata per l’avanti affidata, o a Diaconi regionarii partitamente, o tutta rimessa nelle mani dei preti titolari. Così, da papa Fabiano (136-150), primo divisore in sette regioni dell’ampia zona cimiteriale suburbana romana, fino a papa Simplicio (468-483) che convertì l’ufficio dell’amministrazione economica in cure spirituali, affidate ai preti destinati all’ufficiatura dalle tre primarie basiliche, riassume il ch. Autore in breve e limpida sintesi l’origine e lo svolgimento della primitiva amministrazione dei suburbani Cimiteri, finchè furono aperti al pubblico culto.

E cotesto culto pubblico principiò a venir meno (cap. XVIII), quando ai cimiteri estramurani prevalsero gl’intramurani all’uso e alla frequenza dei fedeli. E questo è un fatto provato per molti documenti, massime per il decreto di papa Giovanni III (560-573), già edito ed illustrato dal ch. Autore nel I tomo dell’opera1; col quale riduce il Pontefice la celebrazione dei divini misteri nei sotterranei cimiteri alle sole domeniche, affidando la manutenzione dei sacri arredi al Vestario del palazzo Lateranense, come n’erano affidate le spese all’Arcario. Il papa Gregorio III ristrinse ancora, nell’anno 731, la celebrazione nei cimiteri ai soli giorni natalizi de’ martiri. Finalmente le barbarie di Aistolfo, dentro e intorno Roma, segnò l’ultima rovina ed abbandono dei venerandi cimiteri suburbani, se si eccettuano le primarie basiliche di s. Pietro, di s. Paolo e di s. Lorenzo e simili; il culto delle quali giammai venne meno o sminuito.

Presso di esse già dal secolo V troviamo eretti monasteri o congregazioni monacali. Nè ci è ignoto lo spirito di loro istituzione. Avevan’esse per iscopo di onorare, con una perpetua salmodia, giorno

  1. P. 218 e segg.