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la roma sotterranea cristiana 51

mare; ma sibbene del secolo II, almeno cadente: e oltre le prove istoriche che il ch. A. adduce, quelle dipinture del fossore che abbiamo ricordate, sono là a viva e perpetua testimonianza. Cotesti fossori avevano un posto nell’ordine della gerarchia ecclesiastica tra i cherici minori; nè è punto improbabile che facessero parte del clero. Documenti e storici fatti riprodotti dal ch. A., sono bastanti ad assicurarci che nei tempi di persecuzione fino a tutto il secolo III, l’ufficio fossorio si confondeva con quello dell’ostiariato a custodia dei luoghi sacri; e che nel secolo IV prese forma più decisa di ordine chiericale fra i minori.

Ma qual mercede veniva retribuita loro della fatica? Forse traevano un lucro dalla vendita degli scavati sepolcri?

Il profondo silenzio che intorno a ciò serba la cimiteriale epigrafia, non meno che la istoria dei tre primi secoli sino al trionfo della Chiesa, rende affatto impossibile anche divinare in qual modo preciso fosse organizzata e remunerata la gigantesca opera fossoria dei suburbani cimiteri. Ma se pensiamo che la carità di G. C. è il principio vitale ed operativo della Chiesa come di ogni sua magnanima impresa, non sarà senza fondamento la sottil congettura dell’egregio Autore «che la retribuzione del lavoro fossorio, e dei debiti compensi per le spese delle singole sepolture, massime nobili e sontuose, fossero in quell’età di religioso fervore, regolati più dalla spontanea mutua liberalità della fratellanza cristiana, e dal discreto arbitrio dei gestori del suo nobilissimo tesoro e contributo di carità, che da contratti, tasse e norme quasi fiscali» (p. 537). Congettura ch’ei corrobora di positive testimonianze degli antichi scrittori; onde stabilisce che le opere delle sepolture furono stimate officio e lavoro di somma carità, non servigio puramente mercenario e venale.

Ogni cimitero aveva i suoi fossori, costituiti a sodalizio col loro capo-fossore (mensor); il quale dovea non pure presedere ai lavori, ma esser atto a misurare e tracciar sul terreno la pianta del sepolcro o sepolcreto. Facevano parte pure del sodalizio gli artefici (artifices), cioè gli addetti alle opere di arti varie per l’adornamento conveniente al sepolcro: quindi non è alieno il ch. A. da credere che i lapicidi, pittori e scultori cristiani, facessero parte del collegio de’ fossori. Ed ecco qual fu l’originario istituto loro e condizioni sino a tutto il secolo terzo.

Trasportata da Costantino magno le sede dell’impero a Bisanzio e con essa le istituzioni ecclesiastiche, i fossori, i copiate, si trasformarono colà nei lecticarii e decani; nuova istituzione del magno Co-