Pagina:Rosselli - Scritti politici e autobiografici, 1944.djvu/50

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Kralj, sloveno e cristiano, giornalista e studioso, che ci apprende il tedesco. Lorenzo Da Bove — lo zio ammiraglio — colui che con Oxilia guidò la barca di Turati, Savona-Calvi. Bibbi, Guadagnini, Penna, Trebbi, Morea, solidale nelle ore difficili.

Gli amici sono molti, ma l’inverno è lungo a passare. Gennaio e febbraio, pioggia e vento furioso. La piccola casa è come percorsa dal rombo.

Qualche giorno passa lieto. È quasi bello non dover pensare alla fuga, perché «non si può» fuggire. Ma poi l’idea fissa ritorna. Fuggire, fuggire, fuggire.

La tela spezzata si ricompone pazientemente (la più dura vittoria è quella sul tempo). Chi non ha più pazienza è Lussu, cui pare manchi la terra sotto i piedi. L’idea di aspettare sino a giugno-luglio lo mette talvolta in furore. Sfoghi segreti, perché di fronte al piccolo mondo confinato, Lussu è una sfinge e rispetta il feroce orario di uscita, necessario a spistare gli agenti.

Ci avviciniamo al gran giorno. L’«Almanacco Bemporad» reca le fasi lunari. Fissiamo i periodi possibili: 5, 6, 7 luglio; 26, 27, 28 luglio. Di agosto non ci occupiamo; non ne vogliamo sapere di attendere. Arrivano frattanto confortanti notizie. Il motoscafo è acquistato — 26-30 miglia orarie; — più veloce di quelli polizieschi. Lussu raccomanda: armi a bordo, fucili, bombe a mano.

Amerebbe una battaglia navale.

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