Pagina:Rosselli - Scritti politici e autobiografici, 1944.djvu/60

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appunto in questo: che nella lotta per la libertà noi non disponiamo più dei mezzi legali. Noi ci troviamo posti di fronte a drammatiche alternative: o non agire per riconquistare quello Stato di diritto che dovrà seppellire e cancellare per sempre anche il ricordo dello Stato - fazione, dello Stato - partito; o agire violando non scientemente, ma nel fatto, i regolamenti di un altro paese.

Nel compiere il gesto, Bassanesi, e noi che con tutto il cuore l’aiutammo, violammo una norma del diritto aereo svizzero. Ce ne dispiace immensamente. Ma ora vengo qui dinanzi ai miei giudici e dico: se abbiamo contravvenuto, eccomi qui pronto a pagare. Siamo andati in prigione in Italia. Siamo pronti ad andare in prigione anche in Svizzera, in qualunque altro paese d’Europa o del mondo, dovunque vi sia per noi la possibilità di affermare in forma umana e civile la nostra fede. Noi non desisteremo da questo proposito se non quando il nostro scopo sarà raggiunto. Crediamo in tal guisa di servire non solo gli interessi supremi del nostro Paese, ma quelli della stessa civiltà Europea».

(Tra il Presidente e l’imputato si stabilisce una cortese discussione sul diritto dei popoli all’insurrezione).

«Tutti i popoli, dice Rosselli, hanno conquistato la loro libertà attraverso la rivoluzione. Grandi giuristi anche di parte conservatrice — ricordo Blackstone — hanno sostenuto la tesi del diritto del popolo

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