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una esistenza, una vita reale che lo distingua dal corpo dello stato; affinchè tutti i suoi membri possano agire d’accordo e corrispondere al fine per cui venne istituito, ci vuole un io particolare, una sensibilità comune a’ suoi membri, una forza; una volontà propria che tenda alla sua conservazione. Questa esistenza particolare suppone delle assemblee, dei concilii, un potere di deliberare, di risolvere, dei diritti, dei titoli, dei privilegi che spettano esclusivamente al principe, e rendono la condizione del magistrato più onorevole a proporzione che è più difficile. Le difficoltà stanno nel modo di ordinare, nel tutto, quel tutto subalterno, in guisa che egli non alteri punto la costituzione generale rinvigorendo la sua, distingua sempre la sua forza particolare destinata alla sua propria conservazione dalla forza pubblica destinata alla conservazione dello stato, in una parola sia sempre pronto a sacrificare il governo al popolo, e non il popolo al governo.

D’altra parte, quantunque il corpo artificiale del governo sia l’opera di un altro