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medesimo titolo le terre, che acquistò il nostro Dio vincitore1». Parmi, che quella sia una parità ben riconosciuta tra i diritti di Chamos e quelli del Dio d’Israele.

Ma quando gli Ebrei sottoposti ai re di Babilonia, e poscia ai re della Siria vollero ostinarsi a non riconoscere altro Dio fuorchè il loro, quel rifiuto, considerato come una rivolta contra il vincitore, procacciò ad essi delle persecuzioni che si leggono nella loro storia, e di cui non si vede altro esempio prima del cristianesimo2.

Ciascuna religione essendo adunque unicamente adattata alle leggi dello stato, che

  1. Nonne ea quæ possidet Chamos Deus tuus, tibi jure debentur? Tale è il testo della Volgata. Il padre di Carrières ha tradotto: «Non credete voi di avere diritto di possedere ciò che spetta a Chamos vostro Dio?» Io ignoro la forza del testo ebraico; ma vedo che, nella Volgata, Jefte riconosce positivamente il diritto del Dio Chamos, e che il traduttore francese indebolisce quella riconoscenza con un secondo voi che non trovasi nel latino.
  2. È cosa evidentissima, che la guerra dei Focesi, detta guerra santa, non era una guerra di religione. Il suo scopo era di punire alcuni sacrileghi, e non di sottomettere dei miscredenti.