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le sue facoltà si esercitano e crescono; si
dilatano le sue idee, si annobiliscono.i suoi
sentimenti, e tutta l’anima sua s’innalza sì
fattamente, che se gli abusi di questa condizione
novella non lo traessero spesso al
di sotto di quella dalla quale è uscito, ei
dovrebbe continuamente benedire il fortunato
istante, che vi si sottrasse, e che da un animale
stupido e limitato qual era, divenne un
essere intelligente ed un uomo.
Stringiamo il fin qui detto in termini tali da poterne fare il parallelo: l’uomo per via del contratto sociale perde la sua libertà naturale ed un diritto illimitato a tutto ciò che tenta e può conseguire; guadagna invece la libertà civile e la proprietà di quanto possiede. Per non ingannarci in queste compensazioni, uopo è distinguere la libertà naturale, che non ha altro confine fuorchè le forze dell’individuo dalla libertà civile che è limitata dalla volontà generale; ed il possesso che non è altro se non l’effetto della forza o il diritto del primo ad occupare dalla proprietà la quale non può fondarsi se non sovra un titolo positivo.