Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, I-II.djvu/210

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atto terzo 199

fenderlo. — Or via, giovine, fa cuore. Giulietta vive; quella Giulietta, per l’amore di cui eri dianzi estinto. Non ti senti di ciò felice? Tebaldo volle ucciderti, e tu lui uccidesti: di ciò ancora non vai lieto? La legge che ti minacciava della testa, ha addolcito i suoi decreti, e non ti dà che l’esilio; e questo nol terrai in conto d’evento fortunato?... La felicità versa dunque, confessalo, a piena mano i doni sul tuo capo; la fortuna ti sorride e ti carezza: e tu ingrato calpesti i suoi doni, e insiem con essi il tuo amore. Va cauto, giovine, va cauto; i tuoi pari miseramente finiscono. — Or torna alla tua amante; l’allieta, la consola: ma rammentati di lasciarla prima che le ascolte abbiano guarnite le porte della città; avvegnachè allora mal potresti andar su quel di Mantova, dove devi restare finchè avremo interceduta dal Principe la tua grazia. — Tu precedilo, nutrice; e avverti di ciò Giulietta; dille che tenga modo onde i suoi vadano di buon’ora a gustar quel riposo di cui le sinistre vicende di questo dì faran loro sentire il bisogno; e avvertila che Romeo segue i tuoi passi.

Nutr. Buon Padre! sarei rimasta qui tutta notte, per intendere i vostri savi suggerimenti. Oh cos’è mai la scienza! (a Romeo) Signore, dirò dunque a Giulietta che fra poco verrete.

Rom. E le direte ancora, che si appresti a farmi i suoi rimproveri.

Nutr. Eccovi un anello, signore, che Giulietta m’impose di darvi. Affrettatevi, perchè la sera è già avanzata.

(la Nutrice esce)

Rom. Oh come questo dono rianima il mio coraggio!

Fr. Partite, e vi sorrida la notte. Il destino vostro dipende ora da questo; o uscite di città prima che siano appostate le sentinelle, o sul far del giorno fuggitene travestito. Stabilite a Mantova il vostro soggiorno; e là un uomo fidato verrà di tratto in tratto ad istruirvi di quanto qui accade. Datemi la mano. Addio: vi scorra la notte felice.

Rom. Se una gioia al disopra d’ogni gioia della terra non mi chiamasse lungi da voi, di quanto rammarico non mi sarebbe il lasciarvi!     (escono)