Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, I-II.djvu/35

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24 notizie intorno a shakspeare

diciassette anni quando sposò la figlia di un bifolco, che avea sette anni più di lui. N’ebbe prima una figlia, poi due gemelli, un altro maschio e un’altra femmina; fecondità che non fece in lui alcuna specie di deliziosa impressione, e non diede maggiore stabilità alla sua mente. Dimenticò si compiutamente e presto madonna Anna, che se ne ricordò sol per lasciarle, in via di parentesi, nel testamento dianzi commemorato, il secondo de’ suoi letti dopo il migliore.

L’aver commesso un contrabbando di caccia lo fugò dal suo villaggio. Catturato nel parco di sir Tommaso Lucy, dovette comparire in atto umile innanzi all’offeso, del quale si vendicò subito affiggendo una ballata satirica alla sua porta. Il rancore durò sempre in Shakspeare, perchè a suo tempo cavò da quel Lucy il giusdicente Shalow nella seconda parte dell’Enrico VI, e lo fe’ zimbello alle buffonerie di Falstaff. Poi che l’ira di sir Tommaso ebbe obbligato Shakspeare ad abbandonare Stratford, andò questi a cercare fortuna a Londra.

Quivi la miseria lo accompagnò. Costretto a custodire i cavalli di chi frequentava i teatri, addestrò una banda di servi intelligenti, ch’ebbero il nome di Shakespeare-boys (famigli di Shakspeare). Dalla porta dei teatri ficcatosi nelle quinte, vi sostenne l’uffizio di call-boy (buttafuori). Green, suo parente, attore sul teatro di Black-Friars, dalle quinte lo promosse alla scena: da attore diventò autore. Vennero pubblicate contro esso critiche e satire, alle quali non rispose. Sostenea la parte di frà Lorenzo nel Romeo e Giulietta, e con tale maestria che faceva addirizzare i capelli; l’altra di Spettro nell’Amleto. Si sa che lottava d’arguzie con Ben-Johnson al club della Sirena, fondato da Gualtiero Raleigh. Il rimanente dello studio suo teatrale è ignoto, e i suoi passi su questo arringo vedonsi contrassegnati unicamente da’ capo-lavori che due o tre volte l’anno uscivano dal suo genio, bis pomis utilis arbor, e dei quali non si prendea verun pensiero. Non premetteva nemmeno il suo nome a quei capo-lavori, mentre tollerava che lo stesso gran nome si leggesse nei cartelloni in