Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, I-II.djvu/590

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atto primo 203

ardenti globi che raggianti si aggirano sopra le nostre teste, e quella moltitudine di brillanti pietre di cui risplendono queste nostre prode terrene; e con organi sì perfetti giudicar non potranno della laidezza e della beltà?

Imog. Da che procede la vostra meraviglia?

Jach. Non può essere difetto degli occhi; imperocchè v’hanno animali1 meno intelligenti dell’uomo, che, posti fra due donzelle, saprebbero eleggere l’una e respinger l’altra; colpa non è del giudizio, chè lo stolto anch’esso si appone allorchè è quistione di beltà; nè il fallo pure vuolsi attribuire alla passione, avvegnachè la deformità posta a lato della leggiadria, lungi dall’aguzzarne il desiderio, lo soffoca e abbevera di nausea il cuore.

Imog. A cui favella egli?

Jach. Nota dunque se ne dia allo sfrenato appetito, che il godimento arrota, anzichè spuntare; sorgente inesauribile di desiderii che si conseguono senza interruzione e inducono brutalmente a straziare la tenera colomba, poscia ad ire in traccia di voluttà nei ricetti della libidine.

Imog. Onde viene, signore, il vostro stupore? sareste infermo?

Jach. Vi ringrazio, signora; no. (a Pisanio) Vi prego, mio caro, di dire al mio domestico che mi aspetti nel luogo in cui l’ho lasciato: egli è forestiero e di spiriti troppo acri.

Pis. Voleva uscire per fargli onoranza.               (esce)

Imog. Il mio sposo gode adunque buona salute? di grazia, dite...

Jach. Eccellente, signora.

Imog. Ed è facile alla lietezza? voglio sperarlo.

Jach. Lieto, eccessivamente lieto. Roma non accoglie nel suo grembo un più gioviale straniero: tutti lo chiamano l’allegro Britanno.

Imog. Allorchè era qui mostravasi inchinato alla malinconia, sovente ancora senza che ne avesse motivo.

Jach. Io non l’ho mai veduto pensoso: era in nostra compagnia un gentiluomo francese, chiaro di nome2, e che amantissimo sembrava di una giovine di sua nazione, al quale il nostro vispo britanno faceva trarre spesse volte profondi sospiri; e ridendo gridava: misera cecità aver fede nelle femmine!

Imog. Possibile che lo sposo mio tenesse simile linguaggio?

Jach. Questo faceva, signora, e ridendo fino alle lagrime. Vago

  1. Apes and monkeys, scimmie e bertuccie.
  2. An eminent Monsieur, così il testo.