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atto quarto 349


SCENA XIII.

L’interno di una tomba.

Sopra un alto portico compariscono Cleopatra, Carmiana ed Iras.

Cleop. Oh Carmiana, non mai escirò di qui.

Car. Racconsolatevi, cara signora.

Cleop. No, nol voglio: son preparata a tutti gli avvenimenti più strani e più terribili, ma sdegno le consolazioni. Il mio dolore deve crescere sempre, per eguagliare la grandezza della sua cagione. (entra Diomede) Ebbene, è egli spento?

Diom. Non ancora, signora: ma la morte gli sta sopra. Volgete gli occhi là in fondo, dall’altro lato del monumento, e vedete le sue guardie che lo recano qui.

(entra Antonio sostenuto dalle guardie)

Cleop. Oh tu, Sole, abbrucia la grand’orbita in cui ti muovi!.. e un’eterna notte cuopra questo globo incostante e pieno di vicissitudini. — Oh Antonio! Antonio! Antonio! — Carmiana, aiutami; aiutami, Iras; aiutatemi, amici; e deponetelo qui.

Ant. Calmatevi: non pel valore di Cesare, Antonio soccombe; Antonio solo trionfò di se stesso.

Cleop. Così esser doveva, null’altri che Antonio vincere poteva Antonio; ma doloroso è che ciò sia!

Ant. Io muoio, regina d’Egitto, muoio; e solo infastidisco la morte, perchè mi conceda alcuni altri istanti, onde di tanti baci io possa depor l’ultimo sopra le tue labbra.

Cleop. Non oso, mio amato... mio signore, perdonatemi... non oso di qui discendere per tema di esser presa. Non mai quel Cesare, che la fortuna colma di doni, vedrà il suo orgoglioso trionfo decorato della mia persona. Se i pugnali hanno punta, se i serpenti han dardo, se i veleni han forza, io sono in sicurezza. Non mai la tua ipocrita Ottavia col suo sguardo modesto e la sua anima fredda godrà del trionfo di mirarmi avvilita e cattiva; ma vieni, vieni, Antonio. — Aiutatemi, mie donne... ti tireremo su... assistetemi, buoni amici.

Ant. Oh! affrettatevi, o non sarò più in vita.

Cleop. Strano... come grave è il suo corpo... i nostri sforzi anzi che alleggerirne il peso sembrano aumentarlo: avessi il potere della gran Giuno, Mercurio lo solleverebbe sulle sue robuste ali, e andrebbe a porlo accanto a Giove. Ma vieni, vieni,