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188 enrico iv

nel dì undici di questo mese a Shrewsbury. Se le promesse reciproche che si son fatte tengono, essi formeranno il partito più potente e più tenace che mai tramasse una cospirazione in un regno.

Enr. Il conte di Westmoreland partì oggi; e con lui sta, mio figlio, lord Giovanni Lancastro; perocchè tal comando fu da me dato son già cinque giorni. Mercoledì tu ancora partirai, Enrico. Giovedì ci metteremo noi stessi in campo: il nostro ritrovo sarà a Bridgnorth. Tu, Enrico, procederai per la provincia di Glocester; e secondo il nostro disegno, tutte le nostre schiere si riuniranno a Bridgnorth fra dodici giorni. Molte cure ci opprimono: per ora separiamoci. Ogni momento che perdiamo in indugi, accresce le forze del nostro nemico.     (escono)

SCENA III.

Eastcheap. — Una stanza nella taverna del Cinghiale.

Entrano Falstaff e Bardolfo.

Fal. Bardolfo, non son divenuto orribilmente magro dopo quell’ultima gherminella? Non ti sembra ch’io sia decaduto, e fatto mingherlino? Vedi, la pelle mi sventola da tutte parti, come la veste notturna d’una vecchia matrona. Sono appassito, aggrinzito, paio una pera decrepita: onde farò penitenza finchè mi resta anche un po’ d’umano, avvegnachè fra breve non avrò più nè cuore, nè virtù, e mi mancherà la forza del pentimento. Se non ho dimenticato come è fatto l’interno di una chiesa vuo’ diventar secco come un grano di pepe o come il cavallo di un fabbricatore di birra. I compagni, i cattivi compagni hanno causata la mia perdita.

Bard. Sir Giovanni, siete sì tristo che non potete vivere lungamente.

Fal. Questo appunto è; onde cantami una canzone ben lasciva per rallegrarmi. Io ero saggio e nobilmente educato quanto un galantuomo deve esserlo; bestemmiavo, poco, non giuocavo ai dadi più di sette volte la settimana; non andavo in cattivi luoghi più di una volta ogni quarto d’ora: restituivo il denaro che prendevo a prestito (tre o quattro volte ciò m’accadde); vivevo bene e con buon ordine, come ora vivo senza regola e senza misura.

Bard. Ma voi siete sì pingue, sir Giovanni, che a forza dovete essere più largo di ogni senza misura.

Fal. Correggi il tuo volto e io correggerò la mia vita: tu sei il nostro ammiraglio, tu porti la lanterna a poppa, col tuo naso; tu sei il cavaliere della lampada ardente.