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ATTO QUARTO 237

trasformata in quel pesce per esser stata inflessibile con un uomo che ne era amoroso; la ballata è commovente e del pari vera.

Dor. È anche vera? Possibile!

Aut. V’è il certificato di cinque giudici di pace e di più testimoni che non ne starebbero nel mio baule.

Cl. Mettetela anch’essa a parte: a un’altra.

Aut. Quest’è un allegra canzone delle più belle.

Mop. Oh! compriamone anche qualcuna da ridere.

Aut. Questa fa per voi; è sull’antica aria di due giovani amavano un vago, e non v’è forse fanciulla della provincia che non la canti: mi vien chiesta continuamente, ve l’assicuro.

Mop. Possiam cantarla tutte e due, se volete far la vostra parte.

Dor. È da un mese che conosciamo quest’aria.

Aut. La mia parte la compirò, che è il mio mestiere; voi pensate a ben riempiere la vostra.

Canzone.

Aut. Escitè di qui perchè bisogna che me ne vada, dove? questo è quel che non dovete sapere.

Dor. Dove?

Mop. Dove?

Dor. Dove?

Mop. Pel giuramento vostro dovete dirmi tutti i vostri segreti.

Dor. Ed a me pure: lasciate ch’io vi segua.

Mop. Tu vai alla fattoria, oppure al mulino.

Dor. Male è per te, che all’uno o all’altra vada.

Aut. Nè all’uno, nè all’altra.

Dor. Nè all’uno, nè all’altra?

Aut. Nè all’uno, nè all’altra.

Dor. Giurasti d’essere il mio amante.

Mop. A me ben più giurasti; dove vai dunque, dove?

Cl. Ci procureremo anche questa canzone. Mio padre e i suoi ospiti s’intrattengono in gravi negozii e non vogliamo sturbarli; su, porta la tua valigia e seguimi. Fanciulle, comprerò per entrambe. Scegliam noi per i primi, mercante: seguitemi, mie belle.

Aut. (a parte) E tu ben per loro pagherai. (cantando) Volete ghirlande, o fettuccie per acconciarvi il capo? Volete una veste di seta, o un paio di calze di filo oltramontano? Venite dal mercante: venite dal mercante, con un po’ di danaro si possono comprare tutte le merci di un mortale. (escono il Cl., Aut., Dor. e Mop.; entra un Garzone)