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tra le mani, non deve punto, come da alcuni critici gratuitamente vorrebbesi, Esdrino appellarsi, ma bensì Mosaico, e Divino.

Credo inutile di far menzione di quelle 18 parole, le quali dal מדרש תנחומא e dalla מסרה chiamate vengono תקון סופרים imperocchè nulla può nuocere alla integrità del sacro Testo una emendazione, che seppure ha avuto luogo, ci viene da quegli stessi che la fecero, fatta osservare. E dico, seppure ha avuto luogo, perchè è sentenza del celebre Albo, che tale תקון סופרים non non voglia intendersi per una reale correzione degli Scribi, ma voglia con tale espressione indicarsi, avere il Sacro Scrittore in tutti gli accennati luoghi temperati per varj motivi i termini in guisa che altro suonan le parole, ed altro era il senso dall'autore contemplato. Abenesdra poi dimostra in varj luoghi dei suoi Commentarj, che l'analogia del contesto non permette in verun modo, che quelle 18 parole si scrivessero o s'intendessero altrimenti di quel che presentemente suonano nell'odierno Testo.

Non conviene però che sotto silenzio io copra la famosa obbiezione che dietro il Padre Morino da molti Critici si è creduto e si crede fare all'integrità del Testo ebraico, dalle numerose discrepanze che in esso si trovano, collazionandolo col Testo Samaritano. Conciossiachè recato due secoli fa in Europa un esemplare del Pentateuco che nel loro particolar carattere conservano i pochi avanzi del popolo Samaritano, e questo pubblicato colle stampe e trovato in molti e molti luoghi scostantesi dalla comune lezione del sacro Testo; l'amore delle novità, che fa sempre preferire al vecchio il nuovo, ed all'ordinario lo straordinario, fece sì, che da molti critici si sostenesse esser quello il genuino Mosaico originale, e che i Padri nostri nella guisa che le antiche figure dell'Alfabeto, che si pretende quelle stesse essere dai Samaritani tutt'ora usate, nelle nuove lettere assiriache o caldaiche cambiarono,