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xxm . dell'integrità del sacro Testo, ecco l’ ipotesi immaginata dal famoso 8WD W al capo 9 del suo D‘)? 1182:.

Pensa egli che da Esdra in poi si fosse avuto «lai nostri maggiori il Pentaleuco tradotto ad uso del popolo in lingua caldca. suppone poscia che questo testo caldaico siasi per in- curia del volgo, cui era destinato, gradalamente depravalo e corrotto. Ed immagina finalmente che i 70 abbiano preferito di modellare la loro versione piuttosto sul testo caldeo, già comune presso il popolo, che sullbriginale ebraico, da pochi già in allora letto ed inteso.

lo trovo quest’ ipotesi insostenibile, perchè le caldaiche parafrasi assai tardi vennero messe in iscritto, essendo con- siderate siccome parte della tradizione orale 67:12) mm e difatti dal Talmude consta, che il così detto Iblîlnt: pro— nunziava nei tempii d’0razi0ne la sua parafrasi della lezione scritturale sempre a memoria, giammai da uno scritto. Cosi il famoso natmn al primo di n51» rendo ragione perché nel Talmud si vegga si spesso il cieco ‘p? 21 ragionare di caldaiclie parafrasi, con dire, che appunto per essere esso privo della luce, e quindi della lettura, a la legge scritta non potendosi per legge recitare a memoria, esso la reci- ‘tava nella caldea VCEÌODG, la quale era cosa orale:

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È oltre a ciò assai poco credibile, che g!’ illuminati e ze- lanti dottori, che molti erano nella nazione durante il secondo tempio, avessero potuto negligere il Codice che correva per le mani dei loro greguri, a segno che questo avesse potuto di tanto scostarsi dal sacro originale, quanto veggiamo che se Nallomana la versione greca.

il medesimo nflw ‘1 non manca, per chi pago non fosse