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Liberato il sacro ebraico Testo del Pentateuco dagli attac- chi che da tanti critici fatti gli vennero colle armi del testo samaritano e della versione alessandrina, rimane la sua inte-

grità salda ed inconoussa. Consta difatti, che il sacro Codice"

era a’ tempi di s. Girolamo, vale a dire lli secoli sono, identico col nostro di oggidii Parimenti le versioni più ancora antiche, quelle in lingua greca di Aquila, Simmaco e Teodoziane, coincidono quasi perfettamente colla lezione odierna, e se talvolta ne divergono, ciò non proviene per lo più che dalla maniera, colla quale i vari traduttori hanno creduto di dover leggere il sacro Testo, privo u quei tempi dei punti vocali. Lo stesso dicasi della versione caldaìca di Onkelos. Di questi il prima e l'ultimo hanno abbracciato il giudaismo. ll primo, che sotto il nome di viene con lode mentovato dai nostri, in vari luoghi citati dal sullodato infili? "t capo i5 ebbe una foggia di tradurre alquanto servile, e più del giusto attaccata alla lettera del suo testo; gli altri, e particolarmente Pultìmo, il llOSlTO Onkelos, si contentauo sovente di espri- mere Pinsieme delle idee, poco curandosi della corrispondenza esatta dei termini. É quindi assai facile il cadere in abbagli, quando si voglia dalle loro parafrasi arguire la Lezione del testo che avevano innanzi. Così s’ inganna il sopra citato Cappello, quando dal vedere che Onkelos traduce ‘fin: TE?‘ ‘E518 ma»: ma‘ “p5 vuol itilerire che da lui si leggesse

per tra‘; conciossìachè sarebbe poi egli imbarazzato a

spieèarci cosa leggesse il parairaste in luogo del seguente 5m cui traduce han‘; perloochè è forza riconoscere in questo, come in moltissimi altri luoghi, un effetto della libera maniera del traduttore, anziché una varia lezione nel suo testo. Non va meno errato il De Rossi, asserendo che Oukelos leggeva m: ‘l'at ‘n: anni 81W in luogo di w; mentre dicendo egli

1'714 ‘in: ‘in? n‘ cmait ‘p?! mostra abbastanza d’ aver lettor