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Il rendere ragione della loro vicinanza è, come fu da noi superiormente osservato, cosa per noi non doverosa, nè talvolta è a portata della umana intelligenza, quindi il più sovente superfluo il trattenersi a indagarla, e talvolta dannoso pur anche, mentre tale ricerca può suggerire delle obblique e false interpretazioni dell'una delle due leggi, che si vogliono con violenza ridurre analoghe.

Ogni volta adunque, che da talmudici dottori si vedrà stabilita una qualunque legge, desunta apparentemente da siffatta vicinanza di più sacri testi, ossia סמוכין, dovrà quella legge attribuirsi ad infallibile tradizione orale, e ritenersi la prova che ce ne danno per pura אסמכתא. In fatti tal sorta di esposizioni non si vede nello stesso Talmud dai Dottori tutti adottata, mentre abbiamo in יבמות דף ד׳ che ר׳ יהודה לא דריש סמוכין אלא במשנה תורה.

Non è cosi nella parte storica; mentre le parti tutte d'una narrazione devono vicendevolmente recarsi schiarimento, e debbono tutte considerarsi l'una all'altra subordinate. Nè ciò è tutto, che anzi dove accade che uno stesso fatto venga ripetutamente in vari luoghi narrato, può l'uno ricever dall'altro lume e chiarezza, giusta il talmudico adagio דברי תורה עניים במקום אחד ועשירים במקום אחר.

Avviene la stessa cosa frequentemente anche nella parte legislativa, che cioè una divina ordinazione venga in vari luoghi enunciata, dei quali l'uno venga dall'altro dilucidato.

A ciò si aggiunga, che entrambe le parti componenti il divino Codice, la storica cioè e la precettiva, possono talvolta ricevere schiarimento dagli altri libri santi, i quali sebbene non abbiano autorità legislativa, in quanto che nessun Profeta fu dopo Mosè autorizzato a promulgare nuove leggi, e nemmeno a dare nuove interpretazioni alle già emanate, pure non