Pagina:Sacre rappresentazioni II.djvu/19

Da Wikisource.

10 RAPPRESENTAZIONE DI SANT’IGNAZIO.

Santo Ignazio dice al cavaliere, mentre lo legano: Èmmi la pena mia somma allegrezza, Èmmi el tormento mio gaudio e diletto, Èmmi l’amaro mio somma dolcezza, Èmmi el riposo mio doglia e dispetto; Quel che tu stimi più, per me si sprezza, E solo il mio Giesù tengo nel petto; Strazia, flagella, ammazza il corpo mio, Chè l’alma è data in potestà di Dio.

Ora lo battono, e lui orando dice: Omè, dolce Giesù, porgimi aiuto; Omè, ch’io sento tutto consumarmi; Omè, ch’io son dal dimon combattuto; Omè, che senza te, non posso aitarmi; Omè, omè, che a morte io son venuto E di veder il ciel mill’anni parmi.

Apri al servo fedel le sante braccia, E spira in me quel che tu vuoi ch’io faccia.

Lo Imperatore dice a Sant’Ignazio: Ignazio, el tuo parlar ti nuoce assai: Parmi ch’e’ mia martir tu stimi poco.

Rinniega Cristo.

Ignazio risponde: Io non lo farò mai.

Lo Imperatore al cavaliere dice: Cavalier, fa’di carboni un gran fuoco, E scalzo sopra andar ve lo farai.

E volgesi a Sant’Ignazio, e con ira dice: 0 sciagurato, vii, ghiotto e dappoco, A questa volta sia fra rabbia e rabbia, Perchè chi cerca il mal, mal convien ch’abbia.

Tu credi con gl’incanti e’ tua demoni Ti possin dalla morte liberare?

El Cavaliere ad Ignazio dice: Abbiamo accesi qua molti carboni; Ignazio, a’ fatti tua si vuol pensare.

Santo Ignazio al cavaliere risponde: Priego che ’l mio Giesù non m’abandoni; Fa’poi del corpo mio ciò che ti pare.

El Cavaliere si volge a l’imperatore, e dice: A’fatti di costui non è riparo.

Lo Imperatore risponde:

Presto sarà di quel suo Cristo chiaro.