Pagina:Saggio di racconti.djvu/15

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ilario 7

minciato a volerle bene. Sua madre, raccomandatolo caldamente alla pietosa donna, si rizzò di sulla paglia dove era distesa, e si provò due o tre volte a partire risolutamente; ma era impossibile! Bisognò che tanto ella che il marito sfogassero il loro dolore; che abbracciassero il figliuolo e lo baciassero bagnandolo delle loro lacrime. Allora la Maria gli lasciò un poco soli, e corse intanto a pigliare un pane, che lo mangiassero per viaggio. Tornò, lo dette al montanaro, e riprese in collo il bambino. «Finalmente bisogna farsi coraggio, disse allora alla madre; coll’aiuto di Dio guarirete presto, e verrete a ripigliarlo.»

Queste ed altre parole dette dalla Maria con dolcezza fecero animo agli afflitti genitori, che si staccarono di qualche passo. Il bambino piangendo stendeva le braccia verso di loro, ed essi si voltavano e gli facevano cenno che sarebbero ritornati. Poi andarono più lontano; e finalmente scomparvero. Allora il bambino come svenuto nascose il capo in seno della Maria. Essa entrò in casa e lo portò a letto; e chiamando Nanni gli disse: «Eccoti un fratello. Vedi tu? poveretto! i suoi genitori sono miserabili; non lo possono più mantenere. Hanno dovuto lasciarlo a me, perchè non muoia di fame e di stento. Ecco qui, mentre tutti i fanciulli del nostro paese sono assistiti dalle loro mamme e dai loro babbi, questo sventurato gli perde, per poco, se Dio vuole, ma gli perde, ed ha bisogno dell’aiuto degli altri. Dunque aiutiamolo noi, sì, aiutiamolo noi, finchè possiamo;