Pagina:Salgari - I figli dell'aria.djvu/177

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i misteri del capitano 153


— E anche ai piani orizzontali, — aggiunse Fedoro. — Stracceranno la seta. —

Anche lo sconosciuto si era armato d’un fucile, collocandosi a poppa. Come il giorno innanzi non aveva pronunciata una sola parola, anzi si era sempre tenuto lontano dal russo e dal cosacco quasi avesse avuto timore di venire interrogato.

Le aquile, dopo essersi tenute ad una considerevole distanza volando sempre sopra lo Sparviero, avevano cominciato ad abbassarsi descrivendo degli ampi giri che sempre più restringevano.

— Canaglie! — esclamò Rokoff. — L’anno con noi perchè disputiamo loro l’impero dell’aria! Le signore sono molto stizzose! Vi calmeremo con un po’ di piombo che vi guasterà le penne e anche la pelle. —

Il capitano vedendone una che stava per piombare sullo Sparviero, sparò il primo colpo alla distanza di sessanta passi.

I pallottoloni le fracassarono di colpo le zampe e l’ala destra. Il volatile per un po’ si sostenne, battendo furiosamente quella che era rimasta incolume, poi incominciò a scendere verso il deserto, descrivendo dei bruschi angoli.

— E una, — disse Rokoff. — A me la seconda!

Tre colpi di fucile rimbombarono, seguiti da altrettanti. Anche Fedoro e lo sconosciuto avevano fatto fuoco, quasi contemporaneamente.

Due aquile capitombolarono come corpi morti e un’altra le seguì poco dopo, facendo sforzi disperati per sorreggersi.

Le altre un po’ calmate da quell’accoglienza punto incoraggiante, s’innalzarono precipitosamente, senza però decidersi a lasciare in pace il trenoaereo.

— Sono ostinate, — disse Rokoff. — Non ne hanno ancora abbastanza.

— Ritenteranno l’assalto, — rispose il capitano. — Non è la prima volta che il mio Sparviero viene assalito da quei rapaci volatili. Nel traversare le montagne rocciose m’hanno dato una caccia accanita per sette e più ore e m’hanno lacerata tutta la seta dell’ala destra, mettendomi in un gravissimo imbarazzo. Se non avessi avuto le eliche il mio viaggio sarebbe terminato in America.

— Sono ben coraggiose, — disse Fedoro.

— Il mio macchinista porta ancora la traccia d’un colpo di rostro che gli aveva stracciato il cuoio capelluto. Se fosse stato più leggero, l’avrebbero portato via.