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la caccia agli «jacks» 185


— Siamo perduti! — aveva esclamato il capitano.

Gli jacks, vedendoli, si erano fermati colle teste basse, mostrando le loro lunghe corna. Pareva che esitassero ad attaccare, forse tenuti in rispetto dalle tre carabine che li minacciavano.

— Non fate fuoco, — disse il capitano, precipitosamente. Cerchiamo di non irritarli.

— E se ci assalgono, dove ci salveremo noi? — chiese Fedoro, rabbrividendo. — Chi resisterà a simile carica?

— Verremo scagliati nell’abisso — disse Rokoff. — Cercate di saltare nel torrente, se vi sarete costretti, o vi sfracellerete sulle roccie. —

Gli jacks non accennavano a muoversi, come se si divertissero delle angosce terribili dei disgraziati cacciatori. Solamente i maschi erano passati dinanzi, disponendosi su una linea, come per proteggere le femmine.

Il capitano e i suoi compagni, pallidissimi, tenevano sempre le carabine puntate, quantunque non avessero molta speranza di fugare la mandria con tre sole palle.

Quella situazione tremenda durò due o tre minuti, che ai cacciatori parvero lunghi come ore, poi gli jacks, con un movimento fulmineo, si disposero su un mezzo cerchio, caricando alla disperata.

— Fuoco! — gridò il capitano.

Scaricarono precipitosamente le carabine. Un animale cadde, ma gli altri, maggiormente inferociti, non interruppero la corsa.

— Saltate! — gridò Rokoff.

Con un coraggio che doveva rasentare la follia, pel primo diede l’esempio. Chiuse gli occhi e si lasciò cadere nel vuoto, roteando due o tre volte su sè stesso.

Gli parve di sentirsi mancare il respiro, come una specie d’asfissia fulminante, poi provò un’atroce sensazione di freddo e udì un rombo assordante che gli parve gli spezzasse il cranio.

Era caduto in mezzo al torrente, inabissandosi in un’acqua così gelata che credette, di primo colpo, di morire assiderato.

Per sua buona sorte e come d’altronde aveva previsto, l’acqua era assai profonda, sicchè, invece di sfracellarsi sulle rocce che dovevano coprire il letto, potè risalire a galla stordito sì, ma incolume.

Aveva appena aperto gli occhi che vide Fedoro e il capitano precipitare a dieci metri più sopra assieme a un enorme jack che non era stato capace di fermarsi a tempo sull’orlo dell’abisso.