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una caccia al volo 237

e quando cadeva tre o quattro asini gli si precipitavano addosso mordendolo ferocemente, finchè esalava l’ultimo respiro.

Non ancora soddisfatti, lo calpestavano furiosamente riducendolo in un informe ammasso di ossa e di carne triturata.

Le asine e i loro piccini, spaventati dalle urla dei carnivori, si serravano le une addosso agli altri, ragliando disperatamente come per incoraggiare i maschi a difendere la loro prole.

Non ne avevano veramente bisogno, perchè quei bravi animali mantenevano le linee sempre strette, tempestando senza posa gli assalitori.

— Come si difendono bene! — esclamò Rokoff. — Non credevo che potessero tener testa a un simile attacco.

— Aspettate, — disse il capitano. — A loro volta daranno la carica e io non vorrei trovarmi al posto dei lupi. —

Infatti gli asini, vedendo che i loro avversari continuavano le loro corse, perduta la pazienza, si preparavano ad assalire a loro volta. Non fu che la prima linea che si mosse. La seconda, con una prudenza incredibile, rimase ferma per impedire ai lupi di irrompere attraverso il cerchio.

Quei cinquanta o sessanta animali, i più robusti e i più coraggiosi, partirono al galoppo, spezzando in più parti le linee dei voraci avversari.

S’impennavano lasciandosi cadere di peso, distribuivano calci con rapidità vertiginosa, afferravano i nemici colle poderose mascelle e li scuotevano furiosamente, strappando a un tempo lembi di pelle e di carne. Qualcuno, assalito da tre o quattro lupi, che lo azzannavano alla gola o agli orecchi, cadeva, ma tosto i compagni accorrevano in suo soccorso, liberandolo prontamente.

La battaglia durò un quarto d’ora e, come il capitano aveva predetto, finì colla completa sconfitta dei carnivori che, perduta ogni speranza di fare un pasto abbondante, almeno per quel giorno, dovettero in breve salvarsi con una pronta fuga, lasciando sul terreno un bel numero di morti e di moribondi.

Era in quel momento che lo Sparviero scendeva.

Gli asini, vedendo proiettarsi sul suolo quell’ombra gigantesca, s’arrestarono stupiti; poi, scorgendo quel mostro scendere, presi da una pazza paura, partirono ventre a terra in direzione del lago, salutati da tre colpi di fucile.

Una femmina, colpita mortalmente, cadde dopo breve tratto, ma gli altri continuarono la loro corsa indiavolata, scomparendo in mezzo alle rupi.