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i budda viventi 283


Udendo quelle parole, una profonda costernazione si era dipinta sul volto dei monaci, nondimeno salutarono rispettosamente e uscirono, facendo cenno al cosacco di seguirli.

— Bada, Rokoff, — disse Fedoro.

— Non temere, — rispose l’ex-ufficiale. — Farò stupire tutti, anche se non capiranno niente. —

Cinque minuti dopo Rokoff si trovava in presenza del Bogdo-Lama, a cui i monaci avevano narrato dell’improvvisa malattia che aveva côlto Fedoro.

Anche il vecchio pareva assai contrariato. Era bensì vero che Rokoff era il fratello di Fedoro, che al pari di lui era sceso dal Cielo, che aveva pure un aspetto più imponente e anche una magnifica barba rossa che doveva destare l’ammirazione generale dei pellegrini e che parlava la vera lingua usata nel paradiso di Budda che nessuno, disgraziatamente o meglio fortunatamente, poteva comprendere. Vi fosse stato almeno qualcuno, fra i mille monaci che avesse potuto tradurre il discorso!...

Questa idea aveva però colpito il Bogdo-Lama. Possibile che nessun essere terrestre potesse capire quel maestoso figlio del grande Illuminato? Che parlasse proprio una lingua assolutamente ignota? Rokoff, che pareva indovinasse i pensieri che turbavano il cervello della Perla dei sapienti, cominciava a diventare inquieto. Sentiva per istinto che quella testa pelata doveva maturare qualche cosa di pericoloso.

E non si era ingannato. Mentre i gong e i tam-tam e i campanellazzi delle torri e dei tetti strepitavano senza posa, e in lontananza echeggiavano sempre più rumorosamente i colpi di fucile dei montanari, con sua viva sorpresa vide la sala riempirsi di monaci.

Tutti gli sfilavano dinanzi rivolgendogli qualche parola ed inchinandosi. Ne erano già passati tre o quattrocento quando, con suo vivo stupore, udì uno di costoro salutarlo in lingua russa.

— Tu parli la lingua del nirvana! — esclamò, involontariamente.

— Non so se questa sia la lingua che si usa nel paradiso dell’Illuminato, — aveva risposto il monaco. — Io l’ho appresa da un tartaro e son ben felice di conoscerla, perchè mi permette di farmi comprendere da un figlio del cielo. —

Il Bogdo-Lama, che assisteva alla sfilata a fianco di Rokoff, udendoli parlare, aveva fatto un gesto di gioia. Il co-