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110 'Capitolo Quindicesimo.

— Se la scopro c’imbarcheremo noi, — si era detto. — In mare avremo meno da temere che in mezzo ai boschi. —

Fu però una nuova delusione, perchè la spiaggia era deserta. Se una scialuppa fosse stata arenata in quel luogo si sarebbe subito veduta, essendo la notte chiarissima.

— Non importa, — disse il chinese a Ioao. — Noi giungeremo egualmente da Tafua.

— Che abbiano nascosta la piroga fra le rizophore del fiume? — chiese il giovane peruviano.

— È probabile. In cammino, signor Ioao, e non fermiamoci fino a quando non ne potremo più. —

La spiaggia quantunque molto frastagliata, si prestava per una rapida marcia.

Gli alberi della foresta non si estendevano fino alle dune di sabbia, quindi i due fuggiaschi non perdevano tempo a cercare dei passaggi od aprirseli attraverso le radici ed i rotangs.

Sao-King allungava sempre più il passo, avendo il sospetto di essere inseguito dai selvaggi della piroga. Voleva prima che sorgesse l’alba, essere ben lontano dal fiumicello.

Ioao lo seguiva con passo del pari veloce e senza lamentarsi. Anzi quando il chinese lo interrogava per chiedergli se voleva riposarsi alcuni minuti, rispondeva invariabilmente.

— Più tardi! Camminiamo ancora. —

Il mare era sempre deserto. Nessuna piroga si vedeva solcare quella superficie argentea che la luna illuminava come in pieno giorno.

Solamente qualche grosso pesce si vedeva emergere in prossimità delle scogliere. Erano per lo più dei gagat, specie di tonni molto comuni nelle acque di quelle isole e anche molto ricercati dai tonghesi che sono abili pescatori.

Tra le dune invece vedevano sovente fuggire delle enormi testuggini, lunghe più d’un metro, ma erano così diffidenti che si tuffavano in mare prima di venire raggiunte dai due fuggiaschi.

Forse frugando fra le sabbie avrebbero potuto trovare dei depositi d’uova, avendo l’abitudine, quei rettili, di seppellirle lasciando al calore solare l’incarico di farle schiudere, ma Sao-King aveva troppa fretta per occuparsene.

— La foresta ci fornirà egualmente la colazione, — aveva risposto a Ioao, il quale avrebbe desiderato una buona frittata.

Ai primi albori il chinese ed il giovane peruviano, affranti da quella lunga corsa, si arrestavano presso la foce d’un secondo fiumicello il quale sboccava in mare fra due file di scogliere.

Qualche ora di riposo s’imponeva.

Anche il chinese non ne poteva più e poi erano entrambi affamati.

— Fermiamoci, signor Ioao, — disse Sao-King. — La foresta non è che a pochi passi ed in caso di pericolo potremo trovare dei rifugi.