Pagina:Salgari - Il tesoro del presidente del Paraguay.djvu/120

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— E i nostri bravi gauchos?

— Bah! Sono uomini abituati a lunghi digiuni. Del resto prenderanno la rivincita sulla frittata.

Il ghiottone ruppe delicatamente l’uovo e lo vuotò.

— Eccellente, ragazzo mio, — disse. — Sa un po’ di selvatico; ma noi siamo gente che non bada a simili inezie.

Stavano per romperne un altro, quando sopra il suo capo passò una numerosissima banda di uccelli dalle gambe lunghe.

— Ah! I batitu!1 — esclamò.

— Cosa sono? — chiese Cardozo.

— Come vedi, sono uccelli.

— Eccellenti?

— Non dico di no. Se ci fossero qui gli argentini, si divertirebbero.

— E perchè mai?

— Vanno pazzi per cacciare i batitu.

— Forse perchè sono difficili a uccidersi?

— Tutt’altro, ma perchè si cacciano in carrozza.

— Oh! Questa è curiosa!

— È come te la dico. Quando nella pampa argentina i batitu calano, i gran signori argentini salgono in carrozza ben armati e si slanciano attraverso la prateria, facendo fuoco sugli uccelli, i quali non si dànno la briga di fuggir lontano. Ho assistito più volte a simili cacce. Che corse indiavolate, ragazzo mio! I cavalli frustati a sangue vanno come il vento, la carrozza trabalza orribilmente, gli spari si succedono agli spari, e gli uccelli cadono a centinaia. Se poi...

— Pst!

— Cosa vedi?

— I tussak si muovono.

Diego si alzò con precauzione e guardò verso le piante graminacee accennate.

Cardozo non si era ingannato. I tussak si aprivano lentamente come per dar posto ad un essere vivente, la cui direzione pareva fosse appunto quella del nido.

  1. Archtiturus Batramius.