Pagina:Salgari - Il treno volante.djvu/255

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CONCLUSIONE

Liberati ormai di Altarik, i tre europei, l’arabo ed il negro poterono compiere il loro ritorno senza troppe fatiche.

Fecero una tappa sulle rive occidentali del lago, a Makovir, dove dimora una missione inglese, poi attraversarono il Tanganika, facendo una seconda tappa a Kirando.

La traversata dell’Ukonongo e dell’Ugongo fu fatta senza avventure. Solamente nell’Ugongo ebbero a sostenere degli scontri con quei negri bellicosi che inseguivano dovunque gli aeronauti con la speranza di catturarli.

Quindici giorni dopo la partenza dal lago, il Germania, quasi esausto, giungeva finalmente a Bagamoyo, fra gli urrà degli equipaggi e della stazione tedesca.

Dopo un riposo di pochi giorni, smontato il treno aereo, gli aeronauti s’imbarcarono per Zanzibar, dove divisero le ricchezze portate dalla caverna. Nè Heggia, il fedele servo, fu dimenticato ed ebbe una parte sufficiente per comperarsi una bella casetta con attorno un podere da coltivare.

Ora Ottone Steker, il felice inventore di quel meraviglioso treno aereo, sta studiando, con Matteo Kopeki e John Kambert, la traversata dell’Africa col suo Germania.



FINE