Pagina:Salgari - La Sovrana del Campo d'Oro.djvu/158

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l’ingegnere non voleva allarmare la fanciulla. — Noi giungeremo al Gran Cañon senza fastidi, miss.

Quando giunsero all’accampamento s’avvidero che i cow-boys non avevano torto di essere un po’ inquieti.

Torme di animali avevano invaso i dintorni e, quantunque pel momento si mantenessero tranquilli, ancora impressionati dall’immenso incendio che divorava la prateria, tuttavia non vi era troppo da fidarsi.

Fra i bisonti, le antilopi, le coyote, i raccoon, vi erano anche lupi grigi, carcajon, puma o leoni americani, e parecchi orsi neri, che da un momento all’altro potevano diventare feroci e gettarsi furiosamente*sugli accampati.

Già i mustani sentivano il pericolo e scalpitavano, s’impennavano, sbuffavano, cercando di spezzare i legami che li trattenevano.

— Finiranno per divorarci, — disse Blunt. — Colonnello, preferisco andarmene. Guardate che brutte occhiate ci lanciano quei lupa. Sarebbero ben lieti di banchettare con le nostre gambe.

— O meglio con quelle dei nostri mustani, — rispose Buffalo Bill. — Quelle bestie sono più pericolose dei coguari, e faremo bene a sgombrare in fretta. Miss Annie, salite in sella. Più oltre troveremo un accampamento sicuro, dove potremo riposarci tranquillamente.

Liberarono i mustani, salirono gli uni dietro agli altri e si slanciarono verso il settentrione.

Una quindicina di lupi grigi, alti come cani di Terranova, che forse avevano contato di sfamarsi colle carni dei cavalli, si slanciò dietro ai cow-boys, ululando spaventosamente, ma una scarica di carabine, che gettò a terra i più audaci, tolse loro la voglia di continuare la caccia.

— Sempre al nord, — disse Buffalo Bill. — Non dobbiamo essere lontani dal Gran Cañon.

— Ci arriveremo prima dell’alba? — chiese Harris.

— Molto prima, signore: un rifugio ci è necessario, e sui margini di quell’enorme spaccatura non mancano.

— Un rifugio? Per che farne? Gl’indiani non si scorgono più, colonnello.

— Non vi sembra che l’aria sia diventata soffocante?

— Forse è il calore mandato dalla prateria in fiamme.

— No, ingegnere. La pianura brucia alle nostre spalle, mentre il vento soffia dal settentrione.

Non vedete che luce hanno le stelle? Avremo un uragano, sono sicuro di non sbagliarmi, e qui, quando scoppiano, sono veramente formidabili. I fulmini cadono in quantità prodigiosa e non è piacevole trovarsi in queste pianure aperte. Animo, signori, spronate finchè i cavalli resistono, avanti sempre. Si riposeranno domani.