Pagina:Salgari - La Sovrana del Campo d'Oro.djvu/210

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Annie aveva mandato un grido d’orrore, che si era perduto fra le vociferazioni feroci dei sotto-capi.

La voce che i prigionieri erano fuggiti, si era sparsa rapidamente fra gl’indiani che gozzovigliavano e danzavano furiosamente sulla piazza, provocando uno scoppio d’ira spaventevole.

La notizia, però, che la figlia della Capigliatura Lunga era stata fermata in tempo, e che Victoria l’aveva condannata a sostituire i fuggiaschi ed a subire lo spaventevole supplizio del palo, aveva un po’ calmate le tigri dei deserti americani.

Vedendola apparire, sempre tenuta stretta dai due guerrieri, donne e fanciulli avevano interrotta l’orgia per precipitarsi contro di lei.

— Hug! Viva Victoria! — urlavano tutti. — Al palo la figlia della Capigliatura Lunga! Ha fatto fuggire i suoi compagni!

Centinaia di mani s’alzavano minacciose, stringendo, tomahawk coltelli, archi e carabine.

Annie aveva alzata fieramente la sua bella testa e guardava con profondo disprezzo quell’orda urlante, gridando:

— Vili, che assassinate una donna senza difesa!

Aveva ritrovata tutta la sua suprema energia e, convinta ormai che Harris non fosse più vivo, e rassegnata alla propria sorte, voleva mostrarci coraggiosa.

D’altronde, non era la prima fanciulla delle frontiere che faceva meravigliare gli uomini rossi con la sua audacia.

Victoria, temendo dei guerrieri, diventati irragionevoli e crudelissimi per le bevande forti che avevano ingoiate, aveva fatto raddoppiare la scorta, perchè non trucidassero la fanciulla prima che giungesse al palo.

Annie si lasciava trascinare senza opporre resistenza. Quando però si trovò dinanzi al palo della tortura, che era dipinto in rosso e sormontato da un cranio di bisonte, ebbe un momento di ribellione e di terrore:

— No! No! — gridò, cercando di svincolarsi. — Uccidetemi con un colpo di tomahawk piuttosto! L’Orso Valente avrà egualmente la mia capigliatura.

Victoria, a cui forse rincresceva mostrarsi feroce, si strappò dalla cintura la scure di guerra e fece l’atto di slanciarsi contro di lei, quando una voce imperiosa lo trattenne:

— Che cosa succede qui? Dov’è mio padre?

Le file degl’indiani si erano bruscamente aperte per lasciare il passo ad un drappello di cavalieri che giungeva a briglia sciolta, urlando: — Largo! Largo!

Quel gruppo era preceduto da una bellissima giovane che mon-