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LA SOVRANA DEL CAMPO D'ORO 37


— Ti domando se l’asta è ancora aperta!...

— Ah!... Quella del Club Femminile? No, è stata chiusa due ore fa.

— E miss Annie?...

— Toccata ad un ingegnere, — rispose il garzone. — Mi hanno detto che è lo stesso che ieri aveva offerto centomila dollari.

— Per tutbi i leoni e i leopardi dell’Africa!... — urlò il negro. — Mi hano giuocato come un bambino!... Mi occorre la loro pelle!... Portami dell’ammoniaca, del fuoco, un tizzone, della pietra infernale, qualche cosa insomma perchè svegli questi stupidi che continuano a russare.

— Fate inghiottire loro un bicchiere di ginepro. Il rimedio sarà migliore dell’ammoniaca.

— Portamene una bottiglia, dieci, venti purchè aprano gli occhi.

Il garzone s’affrettò a portarne una e la sturò, riempiendo i bicchieri.

Il Re dei Granchi prese pel naso Sam, costringendolo ad aprire la bocca e gli versò in gola, tutto d’un colpo, il fortissimo liquore, a rischio di soffocarlo.

Il facchino ebbe un orribile singhiozzo, che gli fece rigettare parte del liquido, ma aprì subito gli occhi starnutando fragorosamente, mentre un formidabile colpo di tosse gli lacerava il petto.

— Agli altri ora, — disse il Re dei Granchi, senza preoccuparsi delle smorfie e dei singhiozzi del povero diavolo.

Il rimedio suggerito dal garzone non fallì nemmeno su Zim e sui due cinesi. È vero che per poco un celestiale non morì soffocato, ma si era svegliato, se non completamente, almeno in parte. Un poderoso scapaccione somministratogli dal Re dei Granchi proprio in mezzo al cranio, completò l’opera.

I due negri ed i cinesi parevano ancora intontiti, e guardavano con occhi smarriti il colosso, che era disposto ad accopparli se non riacquistavano prontamente un po’ di lucidità.

— Fateli camminare, — disse il garzone. — Un po’ d’aria farà loro bene.

— Hai ragione, ragazzo, — rispose il Re dei Granchi.

Gettò sul tavolo due dollari, poi spinse fuori della porta i quattro uomini, minacciando di prenderli a pedate se non camminavano diritti. Quando giunsero sulla riva della baia, dove era ormeggiata la piccola scialuppa a vapore, i due cinesi non erano più ubriachi.

— Padrone, — disse Sam, che si sentiva meglio degli altri, — che cos’è accaduto dunque? Io non riesco a spiegarmi come mi sia ubriacato. Possibile che pochi bicchieri di brandy e di whisky mi abbiano così istupidito?

— Siamo stati giuocati da quel furfante che partiva per l’Au-