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274 Capitolo XIX.


— Vado ad eseguire i tuoi ordini.

— Un momento: dove sono i prigionieri?

— Nella mia capanna.

— Il vecchio è ferito gravemente?

— No, anzi l’ho visitato or ora. Ha la testa un po’ pesta in seguito ad un colpo di scure, nient’altro.

— Tu mi avevi solennemente promesso di non finire i miei amici, — disse Alonzo con voce severa.

— È vero, ma capirai, capo, che nel calor della mischia non si può essere sempre calmi. Il vecchio resisteva come se avesse nel corpo lo spirito del male e, per atterrarlo, hanno dovuto percuoterlo un po’ bruscamente.

D’altronde la ferita guarirà in pochi giorni.

— Puoi andare a dare gli ordini pel gran banchetto. Manderai poi quattro guerrieri per condurre questa donna presso i prigionieri. —

Quando l’jacmusa fu uscito, Alonzo si rivolse verso l’araucana la quale non aveva compreso nulla, non conoscendo una sola parola di fuegino.

— Se tutto va bene e quello stregone non ha qualche sospetto, questa sera noi saremo tutti liberi, — le disse. — Questi selvaggi non resistono all’acquavite e bastano pochi bicchieri per ubbriacarli completamente.

Coi barili di Piotre, li farò cadere come morti.

Torna presso il signor Lopez, rassicuralo e avverti gli altri di tenersi pronti. Alle armi e a tutto l’occorrente per costruirci la zattera, penserò io.

— Grazie, Alonzo, — disse Mariquita. — Ed a Piotre che cosa devo dire da parte tua?

— Nulla, per ora.

— Lo consideri sempre come tuo nemico?

— Più oggi che ieri, almeno fino a quando non avrò avuto con lui una spiegazione. —