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In mezzo ai ghiacci 109

avventuriere portoghese, il cui genio non era stato giustamente apprezzato dalla sua patria.

Questo audace marinaio dopo aver passata la sua gioventù a guerreggiare nelle Indie Orientali ed in Malesia, concepì il disegno di andare a esplorare i mari del Sud e di spingersi sempre verso occidente per tornare in Europa dalla parte opposta. Progetto grandioso e arditissimo, specialmente in quell’epoca in cui ancora si dubitava se il globo fosse veramente rotondo e si ignorava ancora più dove si spingessero le onde del Pacifico e quali terre bagnasse.

Gettata l’idea, Magellano cercò tosto di metterla in esecuzione. Disgustato di non trovare appoggi nel Portogallo, rinnegò la patria, che non comprendeva la grandezza del suo disegno e andò ad offrire i suoi servigi a Carlo V il quale gli affidò cinque piccole caravelle: la Trinità, il San Giacomo, il Sant’Antonio, la Concezione e la Vittoria, dopo d’avergli fatto fare il giuramento di fedeltà nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria.

Fino dal principio la spedizione minacciò di finire male, in causa de’ sospetti della popolazione di Siviglia, che non aveva creduto alla sincerità del suo giuramento e che aveva scambiato gli stemmi della sua famiglia per quelli del Portogallo.

Una sommossa popolare minacciò di bruciare i suoi legni prima che scendessero il Guadalquivir, e Magellano si vide costretto a difenderli a colpi di spada.

Un altro si sarebbe certamente scoraggiato; invece il futuro grande navigatore, fermo nella sua idea, fidente nel suo genio, non abbandonò l’impresa e prese il mare, quantunque sapesse ormai di condurre con sè degli equipaggi di fedeltà molto dubbia, che lo consideravano sempre come uno straniero pronto a tradirli per fare gl’interessi della sua patria.