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246 Capitolo XVII.

nebbia ci ha impedito di giungere a tempo, facendoci fare dei giri viziosi. —

In quel momento il cacciatore di guanachi mandò un grido gutturale e s’alzò rapidamente.

— Che cos’hai, Taku? — chiese Pardoe.

— Vedo del fumo.

— Dove?

— Dietro quelle rupi.

— Qualche accampamento di Ona? —

Il fuegino scosse il capo.

— Gli Ona hanno paura dei cimiteri, — disse poi. — Non osano avvicinarsi.

— Di quali cimiteri intendi parlare?

— Ve n’è uno di marangoni su questa spiaggia, che io ho visitato parecchie volte, ed il fuoco arde là dentro.

— Chi credi che lo abbia acceso? — chiese Pardoe.

— Non gli Ona.

— Il capitano?

— O lui o qualche altro uomo appartenente ad un’altra tribù.

— Possibile!.... —

Il pescatore si era alzato, guardando attentamente verso la costa. Essendosi la nebbia diradata, vide distintamente una colonna di fumo, mista a scintille, innalzarsi dietro ad una parete rocciosa che pareva spaccata in tutta la sua altezza.

— Sì, — disse, — bruciano della legna laggiù! Che sia il capitano che riscalda Mariquita? Signor Lopez, sbarchiamo. —

Aveva appena fatto cenno ai marinai di dirigersi verso terra, quando vide delle ombre umane scendere i pendii delle rupi con infinita precauzione. Anche il cacciatore di guanachi le aveva scorte, perchè afferrò subito la sua lancia e la scure di pietra, dicendo: