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Un dramma su un banco di ghiaccio 289

parlato. Inoltre, eccettuato forse Piotre, erano tutti così preoccupati e così tristi, da non averne affatto voglia.

Tutti si chiedevano con terrore come sarebbe finita quella corsa sull’oceano, su quel pezzo di ghiaccio, in balìa delle onde e dei venti, senza viveri, senza coperte per ripararsi dai freddi che potevano diventare da un momento all’altro intensi. Il signor Lopez, Mariquita, ed il vecchio Pardoe avevano poi ben altro motivo per essere maggiormente inquieti: l’odio fra i due cugini che da un istante all’altro poteva scoppiare terribile e terminare in una tragedia.

Il signor Lopez aveva già compreso che nel cuore della giovane araucana doveva essere avvenuto un cambiamento in favore del baleniere e che Alonzo doveva aver perduto il suo posto. L’atto risoluto, compiuto da Mariquita, di accorrere in aiuto del fiero e valoroso pescatore di balene, quando Alonzo aveva tentato di abbandonarlo fra i selvaggi, era stato per lui una rivelazione e, dobbiamo dirlo, non ne aveva provato alcun rammarico. Durante il viaggio aveva avuto campo di apprezzare le infinite qualità del baleniere, ben superiori a quelle di Alonzo, il quale aveva perduto, d’un solo colpo, le sue simpatie per la poca generosità mostrata verso l’uomo che aveva affrontato tanti pericoli per andarlo a salvare.

Lo preoccupava invece la gelosia di ambedue, gelosia che già prevedeva violentissima e terribile, e Pardoe, che aveva pure indovinato ciò che doveva essere avvenuto nell’animo dell’araucana, condivideva egualmente i suoi timori.

Tuttavia la notte passò tranquilla, senza che i due cugini si fossero mai guardati, nè avessero in modo alcuno dato segno dell’eccitazione che regnava nei loro animi.

Appena alzatosi il nebbione e fattasi un po’ di luce, Piotre aveva lasciato il suo posto portando con sè uno dei due moschetti ed un coltello, dicendo quasi allegramente: