Pagina:Sannazaro - Arcadia, 1806.djvu/260

Da Wikisource.
230

Sviscere da sviscerare, cavar le viscere.

Summormorare, bassamente mormorare.

T

Tabula, tavola.

Talamo per camera, o altro luogo da abitare, e non per letto nuziale.

Tangere, toccare.

Testè, ora.

Testudine, testuggine.

Tormora, torme, squadre, mandre di bastiami.

Translucido, trasparente.

Tremiscere, tremare o di paura o di freddo.

Trepidare, temere, aver paura.

Tritico, frumento; si prende anche per l’altre biade.

Trivio, luogo di tre vie: talora si prende in genere per la piazza ove s’aduna la gente.

Truculento, truce, fiero.

Trunchesi per tronchesi, in grazia della rima.

Tufo, qualità di pietra molto tenera.

Tumido, enfiato, gonfio.

Tumulo, sepolcro, monumenlo per morti.

V

Vacare, stare in ozio.

Valloncelio, picciola valle.

Vascolo, picciolo vaso.

Uberi, mamme, tette.

Venatrice, cacciatrice.

Vertice, sommità, cima del capo. Anche i poli del cielo son chiamati vertici.

Vetero, vecchio, antico.

Vietta, picciola strada, o via.

Vitto per vinto.

Vitula, vitello.

Vivido colore, contrario di smorto.

Ulula, alocco, sorta d’uccello.

Ululare, urlare, gridare, gemendo e piangendo.

Umero, omero, spalla.

Uncinute, con gli artigli fatti come gli uncini, che sono storti in dentro.

Vocitare, alzar le voci, gridare, chiamar con la voce.