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120 l'istoria del concilio tridentino


perduto un soggetto che, implicatosi nelli servizi di Dio e della sede apostolica che sono congionti, averebbe potuto portare frutto inestimabile, che farebbono ogni possibile per racquistarlo, li testificò che il pontefice biasmava la durezza del Gaetano, la quale non era ripresa meno dalli cardinali; che da quella santa sede poteva aspettar ogni favore; che a tutti dispiaceva il rigore col quale Leone procedette per instigazione d’altri e non per propria disposizione. Li soggionse anco che egli non era per disputare con esso lui delle cose controverse, non professando teologia, ma poteva ben con ragioni comuni mostrarli quanto sarebbe bene riunirsi col capo della Chiesa. Perché, considerando che solo giá diciotto anni la dottrina sua era venuta in luce e, pubblicandosi, aveva eccitato innumerevoli sette che l’una detesta l’altra, e tante sedizioni populari con morte ed esterminio d’innumerabili persone, non si poteva concludere che venisse da Dio: ben si poteva tenire per certo che era perniciosa al mondo, riuscendo da quella tanto male. Diceva il Vergerio: è un grande amore di se stesso e una stima molto grande dell’opinione propria, quando un uomo vogli turbare tutto il mondo per seminarla. «Se avete (diceva il Vergerio) innovato nella fede, in quale eravate nato ed educato trentacinque anni, per vostra conscienza e salute, bastava che la tenesti in voi. Se la carità del prossimo vi moveva, a che turbare tutto il mondo per cosa di che non vi era bisogno, poiché senza quella si viveva e serviva Dio in tranquillitá?» La confusione (soggiongeva) è passata tant’oltre che non si può differir piú il rimedio. Il pontefice è risoluto applicarlo con celebrar il concilio, dove convenendo tutti gli uomini dotti di Europa, la veritá sará messa in chiaro a confusione delli spiriti inqueti: e ha destinato perciò la cittá di Mantova. E se bene nella divina bontá conviene avere la principale speranza, mettendo anco in conto le opere umane, in potestá di Lutero è fare che il rimedio riesca facile, se vorrá ritrovarsi presente, trattare con caritá e obbligarsi anco il pontefice, principe munificentissimo e che riconosce le persone meritevoli. Raccordò l’esempio di Enea Silvio che, se-