Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. I, 1935 – BEIC 1916022.djvu/147

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libro primo - capitolo vi 141


loquio al 1° d’agosto in Noremberga, per trattare quietamente e amorevolmente della religione, dove avessero da intervenire dall’una parte e dall’altra, oltre li dottori, altre persone prudenti, mandate da Cesare e dal re Ferdinando e dalli principi per sopraintendere al colloquio e intromettersi tra le parti; e quello che fosse di comune consenso determinato, fusse significato a tutti gli ordini dell’Imperio, e nella prima dieta confermato da Cesare. Volevano li cattolici che fosse ricercato il pontefice di mandar esso ancora persona a quel colloquio; ma li protestanti riputarono questo essere cosa contraria alla loro protestazione, per il che non fu esequito. Andata a Roma nova di questa convenzione, il pontefice, offeso cosí perché si dovesse far in Germania trattazione della religione, come perché fosse con gran pregiudicio alla riputazione del concilio intimato da lui (sebbene poco si curava che fosse celebrato), e piú particolarmente perché si avesse trattato di ammetterci uno mandato dal pontefice, e fosse poi totalmente esclusa la sua autoritá, spedí subito il vescovo di Montepulciano in Spagna, principalmente acciò facesse opera che Cesare non confirmasse, anzi annichilasse li decreti di quella dieta.

Ebbe il noncio grande e longa instruzione; prima, di dolersi gravemente delli portamenti del commissario suo, che era Giovanni Vessalio arcivescovo di London, il quale, smenticatosi del giuramento prestato a quella Sede e d’infiniti benefici ricevuti dal pontefice, e dell’instruzione datali dall’imperatore, avesse consentito alle dimande de’ luterani con pregiudicio della sede apostolica e disonore di Sua Maestá cesarea; che il London era stato corrotto con doni e promissioni, avendoli la cittá di Augusta donato 250.000 fiorini d’oro, e il re di Dania promesso 4.000 fiorini all’anno sopra i frutti del suo arcivescovato di London occupatogli; che pensava di pigliar moglie e lasciar le cose di Chiesa, non avendo mai voluto ricevere gli ordini sacri. Ebbe anco il noncio ordine di mostrare all’imperatore che le cose concesse dal London, quando fossero confermate da lui, mostreriano che non fosse vero figliuolo della sede apostolica; e che tutti li principi cattolici