Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. I, 1935 – BEIC 1916022.djvu/159

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libro primo - capitolo vi 153


populo. Fu letto ed esaminato, e alcune cose furono approvate, e altre per comun consenso corrette; in altre non potèro convenire; e queste furono: nel nono della potestá della Chiesa, nel decimoquarto del sacramento della penitenzia, nel diciottesimo della ierarchia, nel diciannovesimo delli articoli determinati dalla Chiesa, nel ventunesimo del celibato. Dove restarono differenti, l’una e l’altra parte scrisse il suo parere.

Il che fatto, nel consesso de tutti li prencipi Cesare portò le cose convenute e li pareri differenti de’ colloquatori, ricercando il parere di tutti e insieme proponendo la emendazione dello stato della repubblica, cosí civile come ecclesiastico. Li vescovi rifiutarono affatto il libro della concordia e tutta l’azione del colloquio; ai quali non consentendo li altri elettori e principi cattolici desiderosi della pace, fu concluso che Cesare, come avvocato della Chiesa, col legato apostolico esaminasse le cose concordate, e se alcuna cosa fosse oscura, la facessero esplicare; e trattasse poi con li protestanti che nelle cose controverse consentissero a qualche cristiana forma di concordia. Cesare comunicò il tutto col legato, e fece instanzia che si dovesse riformare lo stato ecclesiastico. Il legato, considerate tutte le cose, diede una risposta in scritto, non men chiara degli antichi oracoli, in questa forma cioè: che avendo visto il libro presentato all’imperatore e le cose scritte dalli deputati del colloquio, cosí concordemente con le apostille dell’una e l’altra parte, come anco le eccezioni delli protestanti, li pareva che, essendo li protestanti differenti in alcuni articoli dal comune consenso della Chiesa (nei quali però non disperava che, con l’aiuto di Dio, non fossero per consentire), non si dovesse ordinar altro circa il rimanente, ma rimettere al sommo pontefice e alla sede apostolica; il quale, o nel concilio generale che presto si fará, o in altro modo se bisognerá, potrá difinirle secondo la veritá cattolica, e determinare, avuto risguardo ai tempi e a quello che fosse espediente per la repubblica cristiana e per la Germania.

Ma quanto alla riforma dello stato ecclesiastico si offrí

prontissimo; e a questo fine congregò in casa sua tutti li ve-