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156 l'istoria del concilio tridentino


concilio generale o nazionale, o alla dieta. A questa risposta de’ cattolici diede occasione non solo il parer a loro che la proposta di Cesare fosse molto avvantaggiosa per li protestanti, ma ancora perché li tre dottori cattolici del colloquio erano entrati in differenzia tra loro.

Ma il legato, inteso come Cesare l’aveva nominato per consenziente allo stabilimento delle cose concordate, cosí per proprio timore come spinto dalle instanzie delli ecclesiastici di dieta, andò a Cesare, e si querelò che fosse stata mal interpretata la sua risposta e che fosse incolpato d’aver consentito che le cose concordate si tollerassero sino al concilio; che la mente sua era stata che non si risolvesse cosa alcuna, ma ogni cosa si mandasse al papa; il quale prometteva, in fede di buon pastore e universale pontefice, di fare che il tutto fosse determinato per un concilio generale o per altra via equivalente, con sinceritá e senza nessun affetto umano, non con precipizio, ma maturamente, avendo sempre mira al servizio di Dio: sí come la Santitá sua nel principio del pontificato per questo medesmo fine aveva mandato lettere e nonci alli principi per celebrar il concilio, e poi intimatolo, e mandato al luoco i suoi legati; e che se aveva sopportato che in Germania tante volte s’avesse parlato delle cose della religione con poca reverenzia dell’autoritá sua, alla qual sola spetta trattarle, l’aveva fatto per esserli dalla Maestá sua data intenzione e promesso che ciò si faceva per bene. Esser cosa contra ogni ragione voler la Germania, con ingiuria della sede apostolica, assumersi quello che è di tutte le nazioni cristiane. Per il che non è d’abusar piú la clemenza del pontefice, concludendo in una dieta imperiale quello che tocca al papa ed alla Chiesa universale; ma mandar il libro e tutta l’azione del colloquio, insieme con li pareri di una parte e l’altra, a Roma, e aspettar dalla Santitá sua la deliberazione. E non sodisfatto di questo, pubblicò una terza scrittura, la quale conteneva che, essendo stata data varia interpretazione alla scrittura sua

data alla Maestá cesarea sopra il trattato del colloquio, interpretandola alcuni come se avesse consentito che si dovessero