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libro primo - capitolo vi 167


Cesare trattenere piú lonzamente, fu rimesso di continuare la trattazione per mezzo delli ministri pontifici che seguirebbono l’imperatore. Del concilio Cesare si mostrò sodisfatto che, con la missione delli legati e con l’andata di quei pochi prelati, li cattolici di Germania almeno avessero conosciuto la pronta volontá; e poiché gl’impedimenti si potevano imputare al re di Francia, concluse che non era da pensare che rimedio usare, sin che non fosse veduto l’incamminamento di quella guerra. Si partirono con gran dimostrazioni di scambievole sodisfazione, restando però il pontefice in se medesmo dubbioso se l’imperatore era per darli sodisfazione; onde incominciò a voltare l’animo al re di Francia.

Ma mentre sta in quest’ambiguitá, si pubblicò la lega tra l’imperatore e il re d’Inghilterra contra Francia; la quale necessitò il papa ad alienarsi a fatto dall’imperatore. Imperocché vidde quanto offendesse quella lega l’autoritá sua, essendo contratta con un scomunicato, anatematizzato da lui e maledetto, destinato all’eterna dannazione e scismatico, privato d’ogni regno e dominio, con annullazione d’ogni confederazione con qualsivoglia contratta, contra il quale anco per suo comandamento tutti li principi cristiani erano obbligati movere le armi; e quello che piú di tutto importa, che, restando sempre piú contumace e sprezzando eziandio con aperte parole l’autoritá sua, che questo mostrava evidentemente al mondo: l’imperatore non aver a lui rispetto alcuno, né spirituale né temporale, e dava esempio ad ogn’altro di non tener conto alcuno dell’autoritá sua; e tanto maggiore li pareva l’affronto, quanto per li interessi dell’imperatore e per farli piacere Clemente, che averebbe potuto con gran facilitá temporeggiare in quella causa, aveva proceduto contra quel re, del rimanente ben affetto e benemerito della sede apostolica. A queste offese poneva il papa nell’altra bilancia che il re di Francia aveva fatto tante leggi ed editti di sopra narrati per conservare la religione e la sua autoritá; a’ quali s’aggiongeva che al primo agosto li teologi parisini a suono di tromba, congregato il

populo, pubblicarono li capi della dottrina cristiana, venticinque