Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. I, 1935 – BEIC 1916022.djvu/189

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libro secondo - capitolo i 183


concilio, che pareva mostrar poca cura delle cose della religione nel pontefice; il secondo, d’aver indotto il re di Francia ad acconsentirvi, che non era con onor della Santitá sua, a quale toccava far questo; terzo, che volesse tenirli ancora il freno in bocca di una dieta futura, acciocché, non andando inanzi il concilio, avessero sempre da star in timore che non si trattasse in dieta delle cose di religione. Sentiva il papa molestia perpetua, non meno per le ingiurie che riceveva quotidianamente da’ protestanti, che per le azioni dell’imperatore; le quali egli soleva dire che, quantonque avessero apparenza di favorevoli, erano maggiormente perniciose alla religione e autoritá sua, quali non possono essere l’una dall’altra separate. Senzaché li pareva essere sempre in pericolo che l’imperator non si accordasse con tedeschi in suo pregiudicio: e pensando alli rimedi non sapeva trovarne alcuno, se non metter in piedi una guerra di religione, poiché con quella ugualmente resterebbono e li protestanti raffrenati e l’imperator implicato in difficile impresa, e si metterebbe in silenzio ogni ragionamento di riforma e concilio. Era in gran speranza che li potesse riuscire, per quello che il suo noncio gli scriveva, di ritrovare Cesare sempre piú sdegnato con protestanti, e che ascoltava le proposte del soggiogarli con le forze. Per questo rispetto, oltre il narrato di sopra (d’impedire che in dieta non fosse fatta cosa pregiudiciale, e far animo e aggionger forza alli suoi), s’aggiongeva un’altra causa piú urgente, come quella che era d’interesse privato: che avendo deliberato di dar Parma e Piacenza al figliolo, non li pareva poterlo fare senza gravissimo pericolo, non acconsentendo l’imperatore, che averebbe potuto trovare pretesti, o perché quelle cittá altre volte furono del ducato di Milano, o perché come avvocato della Chiesa poteva pretendere di ovviare che non fosse lesa. Per questi negozi mandò il Cardinal Farnese legato in Germania con le necessarie instruzioni.

Ma li legati in Trento, avendo avuto commissione dal papa che, in evento che intendessero trattarsi della religione nella

dieta, dovessero, senza aspettar maggior numero di prelati,